Neil Young: musica digitale e qualità, in un libro

Neil Young: musica digitale e qualità, in un libro

L'importanza della qualità nell'era del digitale e dello streaming musicale: la visione, i progetti e i fallimenti di Neil Young nel suo nuovo libro.
Neil Young: musica digitale e qualità, in un libro
L'importanza della qualità nell'era del digitale e dello streaming musicale: la visione, i progetti e i fallimenti di Neil Young nel suo nuovo libro.

Con oltre mezzo secolo di onorata attività alle spalle, Neil Young ha attraversato e accompagnato la nascita e l’evoluzione di un genere musicale, il rock. A differenza di altri suoi contemporanei non ha guardato all’avvento del mondo online e del digitale come a un ostacolo, a uno spartiacque generazionale o a un qualcosa da combattere, bensì come a un’opportunità. Lo racconta in un nuovo libro in uscita a settembre, intitolato To Feel the Music.

Neil Young, To Feel the Music

Un volume scritto a quattro mani con Phil Baker, già a fianco del cantautore negli anni scorsi (in veste di Chief Operating Officer) con il progetto Pono messo in campo al fine di commercializzare lettori audio con supporto ai formati in alta definizione nell’era dell’MP3. Un’iniziativa ben accolta in un primo momento durante la fase di crowdfunding, poi mai realmente capace di conquistare il grande pubblico, giunta al capolinea nel 2016.

Ci ha poi riprovato con il servizio di streaming battezzato Xstream, che da qualche mese propone l’accesso a pagamento alla sua intera produzione musicale mediante il catalogo dei Neil Young Archives: il prezzo è 1,99 dollari al mese oppure 19,99 dollari per un anno. La piattaforma viene definita dai suoi creatori quella caratterizzata dalla “qualità audio più elevata mai vista online”.

La copertina di To Feel the Music, il libro di Neil Young e Phil Baker

Quanto trapelato finora sul contenuto di To Feel the Music fa riferimento all’esigenza, più volte manifestata dal rocker, di non scendere a compromessi in termini di qualità nella fruizione dei brani, nonostante l’esplosione del digitale sia stata inevitabilmente accompagnata da questa tendenza. Il prodotto di un atto creativo dev’essere approcciato con le modalità corrette: se nella visione di un film in bassa definizione l’esperienza perde parte del suo fascino, lo stesso si può dire per la musica. Non è necessario essere audiofili per rendersene conto, né spingersi in complesse considerazioni in merito a supporti o apparecchiature, è sufficiente apprezzare la differenza tra un formato compresso e, banalmente, un CD o un file lossless.

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Pubblicato il
7 mag 2019
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