I vertici di Netflix hanno etichettato come del tutto prevista
l’offerta di Paramount (108,4 miliardi di dollari) attraverso cui il gruppo ha provato a superare la sua (82,7 miliardi di dollari) per l’acquisizione di Warner Bros. È quanto scritto in una lettera inviata oggi ai dipendenti del gruppo e firmata dai due co-CEO, Greg Peters e Ted Sarandos.
Acquisizione Warner Bros: Netflix tira dritto
Nessuna sorpresa, dunque, solo la contromossa di un concorrente che starebbe provando a ostacolare l’accordo con i mezzi a sua disposizione. La stessa comunicazione fa inoltre riferimento ai piani legati al mondo del cinema. Ecco il passaggio più importante.
In passato non abbiamo dato priorità al cinema perché in Netflix non era il nostro settore di competenza. Quando questo accordo si concluderà, saremo in quel settore.
Tradotto: per la sua natura, Netflix non ha quasi mai portato i suoi film sul grande schermo, preferendo lanciarli direttamente in streaming, ma le cose sono destinate a cambiare dopo l’acquisizione di Warner Bros.
Le questioni antitrust e lo spetto dei tagli
Tra il dire e il fare, però, ci sono le autorità antitrust. Un affare di questa portata andrebbe inevitabilmente a ridefinire gli equilibri nel settore dell’intrattenimento, assegnando alla piattaforma un’influenza enorme. Peters e Sarandos tranquillizzano inoltre in merito a possibili tagli e licenziamenti: non sono previsti (ma sappiamo quanto valgono le promesse in queste situazioni).
Questo accordo riguarda la crescita. Stiamo rafforzando uno degli studi più iconici di Hollywood, sostenendo l’occupazione e garantendo un futuro roseo alla produzione cinematografica e televisiva.
Oltre il piccolo-grande schermo: i videogiochi
Un aspetto su cui ci si è concentrati meno del dovuto è quello riguardante i team di sviluppo che fanno parte del portfolio Warner Bros. Ci sono ad esempio NetherRealm Studios (dal 2011 responsabile della serie Mortal Kombat) e Rocksteady Studios (autori di Batman: Arkham).
L’interesse di Netflix nei confronti del mondo gaming è cosa nota, ma i risultati fin qui ottenuti non sono entusiasmanti. Nell’autunno 2024 ha chiuso lo studio interno noto come Blue, creato solo un paio di anni prima per competere nel settore.