New York Times denuncia Perplexity

New York Times denuncia Perplexity

Il New York Times ha denunciato Perplexity perché gli articoli sono usati per addestrare i modelli, rispondere agli utenti e generare riassunti in Comet.
New York Times denuncia Perplexity
Il New York Times ha denunciato Perplexity perché gli articoli sono usati per addestrare i modelli, rispondere agli utenti e generare riassunti in Comet.

Il New York Times ha presentato una denuncia contro Perplexity per violazione del diritto d’autore. La startup californiana mostra gli articoli nelle risposte del suo “answer engine” aggirando il paywall e genera riassunti con il suo browser Comet. L’editore aveva già inviato una lettera di diffida oltre un anno fa. È la seconda azione legale dopo quella avviata contro OpenAI nel 2023 e ancora in corso.

Perplexity risponde in maniera ironica

Il New York Times ha denunciato Perplexity per aver copiato gli articoli mostrati agli utenti senza permesso o compenso. L’editore ha ripetutamente chiesto di interrompere l’uso non autorizzato dei contenuti (dopo quella di ottobre 2024 ha inviato una seconda diffida a luglio 2025), ma l’azienda di San Francisco ha continuato ad accedere al materiale del Times protetto dal copyright.

Nella denuncia è scritto che Perplexity ha effettuato lo scraping degli articoli che vengono usati per l’addestramento dei modelli AI e mostrati nelle risposte del suo motore di ricerca con testo identico o molto simile, aggirando il paywall. L’editore evidenzia inoltre che l’azienda californiana ha usato anche podcast, video e immagini, generato riassunti in Comet e attribuito al New York Times informazioni false dovute alle allucinazioni.

L’editore chiede un risarcimento danni, un’ingiunzione permanente e la cancellazione dei contenuti. Un portavoce del New York Times (Graham James) ha dichiarato:

Perplexity utilizza i nostri contenuti per alimentare il suo prodotto attraverso un processo chiamato retrieval-augmented generation (RAG). Il RAG consente a Perplexity di scansionare Internet e rubare contenuti protetti dal paywall per poi distribuirli ai propri clienti in tempo reale. Tali contenuti dovrebbero essere accessibili solo ai nostri abbonati. Pur credendo nell’uso e nello sviluppo etico e responsabile dell’intelligenza artificiale, ci opponiamo fermamente all’uso non autorizzato dei nostri contenuti da parte di Perplexity per sviluppare e promuovere i propri prodotti. Continueremo a impegnarci per ritenere responsabili le aziende che si rifiutano di riconoscere il valore del nostro lavoro.

Questa è stata la risposta ironica di Perplexity:

Gli editori fanno causa alle nuove aziende tecnologiche da cento anni, a partire dalla radio, dalla TV, da Internet, dai social media e ora dall’intelligenza artificiale. Fortunatamente non ha mai funzionato, altrimenti ne parleremmo tutti tramite telegrafo.

L’azienda ha un’invidiabile collezione di denunce, tra cui quelle ricevute da News Corp, Encyclopedia Britannica e Reddit. L’elenco è stato recentemente aggiornato con le denunce di RTI, Medusa Film e Chicago Tribune.

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Pubblicato il
5 dic 2025
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