No, Kevin, l'incubo non è finito

No, Kevin, l'incubo non è finito

La decisione del tribunale rimette i destini dell' hacker nelle mani del funzionario di sorveglianza, lo stesso che già aveva consigliato a Mitnick di lasciar perdere definitivamente il computing
La decisione del tribunale rimette i destini dell' hacker nelle mani del funzionario di sorveglianza, lo stesso che già aveva consigliato a Mitnick di lasciar perdere definitivamente il computing


Los Angeles (USA) – Il tribunale che avrebbe potuto offrire a Kevin Mitnick la possibilità di scrivere di informatica su una rivista specializzata ha sostenuto di non essere in grado di decidere e ha rinviato il tutto al funzionario di sorveglianza. Questi è lo stesso che in passato ha consigliato all’ hacker, in libertà da qualche mese dopo una lunga detenzione, di trovarsi un lavoro che nulla avesse a che vedere con il computing.

La decisione del tribunale rischia di protrarre “l’incubo” di Mitnick, che aveva chiesto di poter scrivere di informatica e internet su una rivista specializzata che gli aveva offerto una collaborazione. Ma si tratta di un’occupazione esplicitamente vietata dai termini della libertà vigilata a cui Mitnick è sottoposto dal momento della scarcerazione.

Mitnick, che in questi mesi è stato però ascoltato addirittura dal Congresso su materie di sicurezza informatica per le infrastrutture nazionali, aveva pubblicamente dichiarato la propria difficoltà a trovare un lavoro, non potendo neppure avvicinarsi ad un computer e potendo utilizzare il telefono solo con pesanti limitazioni e sotto sorveglianza. Difficilmente il funzionario di sorveglianza, a questo punto, consentirà a Mitnick di digitare i suoi articoli su una vecchia macchina da scrivere?

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Pubblicato il
29 giu 2000
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