Helsinki/Francoforte – È indubbiamente una calda estate, ma lo è ancora di più per il mondo della telefonia. Per un paio di aziende si sta arrivando addirittura alla fusione: Nokia e Siemens hanno infatti annunciato la fusione delle rispettive divisioni networking in un’unica realtà, che si chiamerà Nokia Siemens Networks.
La notizia è stata ufficializzata ieri mattina, in una conferenza stampa tenutasi all’Hotel Intercontinental di Francoforte, che ha confermato alcuni rumors già in circolazione nelle ore precedenti all’annuncio, come quelli a cui ha dato voce il Wall Street Journal nello scorso week-end. Dall’accordo tra le due aziende non nasceranno telefonini Nokia-Siemens: quello che si andrà a costituire sarà un colosso che andrà a competere con Cisco Systems , Ericsson e la nuova società nata dalla partnership siglata tra Lucent Technologies e Alcatel (di cui è stato annunciato il progetto di fusione tre mesi fa ).
Nei progetti della nuova società, la creazione di un portfolio di offerte “quadruple-play”, ossia un carnet di servizi multicovergenti da offrire agli operatori di TLC, come telefonia, broadband e servizi interconnessi su reti fisse e mobili (accesso 2G GSM/EDGE, 3G WCDMA/HSDPA), IPTV, WiMAX, ma ci sarà posto anche per servizi di telefonia mobile low-cost, destinati agli operatori attivi nei mercati emergenti.
Non ci sarà, almeno formalmente, un predominio finlandese o tedesco: il nuovo gruppo vedrà una partecipazione paritetica al 50% delle due aziende. La sede sarà localizzata in Finlandia e alla guida della nuova compagnia, in qualità di amministratore delegato, ci sarà Simon Beresford-Wylie, che attualmente è vice presidente esecutivo e direttore generale di Nokia Networks. La carica di presidente sarà ricoperta da Olli-Pekka Kallasvuo, oggi amministratore delegato di Nokia. A Monaco di Baviera avranno comunque sede tre delle cinque business unit della nuova società.
Le unioni di questo tipo non sono quasi mai indolori: anche in questo caso non mancheranno, come nella maggior parte degli accorpamenti, i tagli derivanti dalla sovrapposizione di ruoli. Consolidando i dati aziendali del 2005, la joint-venture potrebbe occupare circa 60mila persone, ma si prevede già che nei prossimi quattro anni si assisterà ad una ristrutturazione complessiva che dovrebbe portare ad una riduzione delle “teste”, attualmente ipotizzata tra il 10 e il 15% (da 6mila a 9mila) dei dipendenti.
Dario Bonacina