Nokia verso il bando di HTC

Nokia verso il bando di HTC

Vittoria sul fronte statunitense: HTC viola due brevetti legati a tecnologie wireless. Entro gennaio l'ITC potrebbe disporre il blocco delle importazioni dei dispositivi dell'azienda taiwanese
Vittoria sul fronte statunitense: HTC viola due brevetti legati a tecnologie wireless. Entro gennaio l'ITC potrebbe disporre il blocco delle importazioni dei dispositivi dell'azienda taiwanese

Due brevetti su tre sono stati violati da HTC, ha stabilito il giudice della International Trade Commission incaricato di dirimere il contenzioso aperto da Nokia nel maggio del 2012 presso le istituzioni statunitensi: non si tratta che di una decisione preliminare, che potrebbe però apriore la strada al bando delle importazioni dei dispositivi dell’azienda taiwanese che implementano le tecnologie oggetto della denuncia.

Solo due dei tre brevetti segnalati da Nokia ed analizzati dal giudice sarebbero impiegati illecitamente da HTC: né il titolo che illustra una tecnologia per assicurare la pulizia del segnale radio, né il titolo che si assicura una tecnologia che permette l’interazione tra segnali radio su differenti interfacce di comunicazione descrivono delle tecnologie standard.

La commissione dell’ITC prenderà in esame le osservazioni del giudice e darà un responso entro il 23 gennaio 2014: la decisione potrebbe innescare il blocco delle importazioni di una manciata di dispositivi Android, tra smartphone e tablet, prodotti da HTC (Amaze 4G, Inspire 4G, Flyer, Jetstream, Radar 4G, Rezound e Sensation 4G).

Nokia, che in questa congiuntura si trova in una situazione favorevole sul fronte delle rivendicazioni brevettuali, ha dato voce alla propria soddisfazione in un comunicato , pur mantenendo il riserbo sui dettagli nell’attesa del testo completo del pronunciamento del giudice. Uno dei brevetti coinvolti nel caso statunitense è oggetto di denunce che l’azienda ha avanzato contro HTC in numerosi paesi europei: dall’Italia al Regno Unito, passando per la Germania. L’azienda taiwanese, invece, oltre a festeggiare la parziale vittoria sul brevetto che il giudice ha considerato non violato, ha reso noto di tenere in caldo dei “piani alternativi” per non soffrire di un eventuale bando delle importazioni sul mercato statunitense: non è dato sapere se si tratti di progetti di acquisizione di licenze piuttosto che di ritocchi tecnologici.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
24 set 2013
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