Novari: ci stanno cacciando dal mercato

Novari: ci stanno cacciando dal mercato

L'AD di 3 Italia lancia l'allarme. La riduzione delle tariffe di terminazione prevista dalla UE rafforzerà gli operatori più grandi a scapito di quelli più piccoli. E del mercato
L'AD di 3 Italia lancia l'allarme. La riduzione delle tariffe di terminazione prevista dalla UE rafforzerà gli operatori più grandi a scapito di quelli più piccoli. E del mercato

Milano – Un grido di dolore, ma anche un pugno battuto sul tavolo di una trattativa che, forse, non si è mai aperta davvero. Questo il tenore della reazione dell’amministratore delegato di 3 Italia alle recenti decisioni in materia di tariffe di terminazione prese dalle istituzioni a livello europeo e nazionale. Che, secondo Vincenzo Novari, andranno a favorire la formazione di un oligopolio nel mercato della telefonia mobile, a scapito della concorrenza.

I colpi sferrati da Novari, riportati da Prima Comunicazione , sono ben mirati verso Viviane Reding, commissario europeo per la società dell’informazione e i media, e Corrado Calabrò, presidente dell’ Authority TLC : “Pensano di favorire i consumatori, ma in realtà otterranno l’effetto opposto: consegneranno l’Europa in mano a quattro o cinque grandi gruppi che potranno spartirsi il mercato delle telecomunicazioni in due poli coordinati e fare così il bello e il cattivo tempo”.

Il commissario europeo sembra voler guardare ad un modello di tipo americano, dove siano gli utenti a pagare le telefonate in entrata: “L’intero mercato si sta evolvendo, quindi non dovremmo restare vincolati a regole che sono state in vigore per 10 anni” aveva dichiarato la scorsa settimana la Reding al Financial Times , spiegando le misure con cui intende favorire la riduzione dei costi di SMS e traffico dati dall’estero.

Il numero uno di 3 Italia spiega la sua contrarietà: “È stato proprio il modello europeo basato sulle tariffe di terminazione che ha garantito il grande sviluppo delle telecomunicazioni mobili in Italia e in Europa, l’unica industria in cui abbiamo veramente sopravanzato gli Stati Uniti”. L’operatore mobile, pioniere della tecnologia 3G nel Belpaese ancorché ultimo arrivato sul mercato, non avrebbe ancora potuto vedere remunerati gli investimenti finora profusi nel network e nelle licenze UMTS.

Il fatto che il ritorno sull’investimento si allontani dall’orizzonte non è dunque un fattore positivo: “Andare adesso a ridurre le tariffe di terminazione, come ha fatto nei giorni scorsi Calabrò, vuol dire crearci problemi insormontabili – ribadisce Novari – Ricorrerò in tutte le sedi contro queste misure; e chiederò al presidente del Consiglio Berlusconi di intervenire. Non posso permettere che un’azienda come la nostra sia distrutta e che il mercato italiano, dove la concorrenza ha portato risultati straordinari, torni indietro di 20 anni”.

Dal canto suo, dall’Authority delle Comunicazioni sottolineano solamente di aver sempre lasciato a 3 Italia tariffe di terminazione più alte rispetto agli altri operatori e alla media europea: “L’attuale tariffa di terminazione di 3 Italia pari a 16,25 centesimi è la più alta in Europa. Per effetto della manovra dell’Agcom, da settembre 2008 la tariffa di 3 Italia scenderà di 13 centesimi di euro e nonostante ciò tale tariffa rimarrà in Italia ancora più alta, sia rispetto alla media europea di 8,8 centesimi, sia rispetto alla media delle tariffe riconosciute a H3G in Europa”.

Se il governo non interverrà, tuttavia, secondo Novari per 3 Italia saranno tempi durissimi: “Dovremo intervenire sul fronte del costi, il che vuol dire meno investimenti in tecnologie e quindi meno copertura delle aree. Abbiamo in progetto di portare la banda larga mobile in tutte le zone anche marginali del sud. Ovviamente tutti questi progetti vengono immediatamente sospesi. Sono messi in discussione anche gli investimenti commerciali, in comunicazione e le stesse componenti strutturali dell’azienda. Non dimentichiamoci che 3 in Inghilterra era un’azienda più o meno come la nostra, di 2.600 persone; ha avuto dei problemi – in quel caso sul versante dei ricavi – ed è scesa a 1.600 persone. Non vorrei che 3 Italia facesse la stessa fine”.

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Pubblicato il 18 giu 2008
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