Pacchetto Telecom, stasi agrodolce

Pacchetto Telecom, stasi agrodolce

Il Parlamento Europeo blocca le disconnessioni ma avalla il filtraggio, ammesso che sia trasparente. Ma il Pacchetto Telecom è arenato: la terza lettura è rimandata alla prossima legislatura
Il Parlamento Europeo blocca le disconnessioni ma avalla il filtraggio, ammesso che sia trasparente. Ma il Pacchetto Telecom è arenato: la terza lettura è rimandata alla prossima legislatura

Un voto a larga maggioranza contro le ghigliottine che parte dell’industria vorrebbe far calare sulle connessioni dei cittadini della rete, una compatto rifiuto degli emendamenti che avrebbero impedito le pratiche di filtraggio da parte dei provider europei. Ma tutto è sospeso, non è stato raggiunto un compromesso abbastanza solido: il Pacchetto Telecom rimbalzerà in terza lettura.

In gioco ci sono delle disposizioni che potrebbero determinare l’assetto delle rete di domani e la tutela del diritto del cittadino ad esprimersi e a informarsi con la mediazione di Internet. Sono contenute nel rapporto Harbour , nel rapporto Trautmann e nei rispettivi emendamenti. Il Parlamento Europeo si è mostrato diviso.

Il rapporto Harbour è stato sottoposto per primo al voto di Strasburgo: il Parlamento ha plasmato un testo che tutela la neutralità delle rete in maniera annacquata. I provider avranno la possibilità di mettere in campo politiche di gestione della rete : l’emendamento 166, che avrebbe garantito all’Europa una rete priva di discriminazioni applicate a contenuti e protocolli, è stato respinto. Respinto insieme ad altri emendamenti al testo proposto da Harbour, che avrebbero potuto erigere una solida protezione ad una rete stupida e non discriminata. Se è vero che le pratiche di traffic shaping sono ora comuni a molti operatori, ai netizen potrebbe rimanere la possibilità di scegliere: il provider dovrà dichiarare in maniera trasparente il proprio atteggiamento nei confronti del filtraggio, potrà competere su questo fronte per conquistarsi il favore dei cittadini della rete.

Giunto il momento di votare il rapporto Trautmann il clima si è fatto incandescente. A fronteggiarsi, due opzioni: l’adozione di una indiscutibile misura di tutela capace di affidare alla sola autorità giudiziaria il potere di sanzionare le violazioni del diritto d’autore con la sospensione della connessione a Internet, e una più morbida tutela, un testo di compromesso, scaturito dalle discussioni degli ultimi giorni. Sul piatto, quello che è comunemente noto come emendamento 138 : proposto lo scorso anno, strattonato dal Presidente Sarkozy affinché venisse respinto per garantire alla Francia di procedere alla tutela del diritto d’autore online a mezzo ghigliottine, era invece stato approvato dalle autorità europee . Salvo poi essere stralciato dal Consiglio UE e reintrodotto dall’europarlamentare Catherine Trautmann. Piegato poi ad assumere la forma di una raccomandazione non vincolante, era tornato a rappresentare una solida difesa dei diritti dei cittadini, per affievolirsi infine in un testo di compromesso. I parlamentari europei hanno avuto la possibilità di scegliere fra il testo più debole scaturito dalla negoziazione dell’ultimo minuti e il testo originario dell’emendamento 138, reintrodotto nei giorni scorsi: un testo che stabilisce che, quando non si tratti di questioni di sicurezza nazionale, non è possibile che una autorità indipendente agisca sulla connessione degli utenti, sulla base di quanto stabilisce l’articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea sulla libertà di espressione e di informazione.

emendamento 138 Una rappresentante tedesca dei verdi, Rebecca Harms , ha chiesto di invertire l’ordine delle votazioni, già scompaginato più volte nelle scorse ore. Ha chiesto che venisse votato per prima l’emendamento 9, corrispondente al 138 originale. Di fronte ad una Trautmann indispettita, è stata accordata l’inversione dell’ordine di voto: 407 i favorevoli, 57 i contrari, 171 gli astenuti. Uno scrosciare di applausi. Il Parlamento Europeo ha poi respinto l’emendamento di compromesso proposto da Trautmann, si è mostrato sensibile alle istanze dei cittadini, le mobilitazioni dei netizen hanno convinto i rappresentanti a votare per garantire la libertà di esprimersi e di informarsi con la mediazione della rete e per assicurare ai netizen il diritto di confrontarsi con l’autorità giudiziaria qualora fossero accusati di aver abusato della propria connettività. Lo spettro delle ghigliottine francesi previste dalla dottrina Sarkozy, ora in fase di seconda lettura a Parigi, sembra allontanarsi . Ma non è del tutto sventato : si procederà ad una fase di terza lettura . Ma la portata simbolica del voto espresso ieri è evidente , a parere degli stessi rappresentanti dei cittadini.

Ancora non è chiaro come evolverà il testo del Pacchetto Telecom: le parole pronunciate da Trautmann al termine della discussione sembrerebbero suggerire che tutto il Package venga rimesso in discussione dopo l’avvio della nuova legislatura, mentre c’è chi sospetta che il rapporto Harbour, per cui è stato raggiunto un accordo stabile, venga congelato e considerato approvato, mentre si proceda alla sola terza lettura del rapporto Trautmann. La pressione dei netizen, assicurano dalla OpenNet coalition , non accennerà ad allentarsi.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
7 mag 2009
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