Pakistan, Facebook si scusa per il falso allarme

Pakistan, Facebook si scusa per il falso allarme

Numerosi utenti, a migliaia di chilometri dall'esplosione di Lahore, vengono raggiunti dalla richiesta di conferma della propria incolumità del sistema Safety Check. Si è trattato di un bug
Numerosi utenti, a migliaia di chilometri dall'esplosione di Lahore, vengono raggiunti dalla richiesta di conferma della propria incolumità del sistema Safety Check. Si è trattato di un bug

Utenti disseminati in tutto il mondo, negli attimi successivi alla strage di Lahore, hanno ricevuto un messaggio con cui Facebook chiedeva loro di confermare la propria incolumità, così da tranquillizzare gli amici connessi attraverso il social network: si è trattato di un bug nel sistema Safety Check, di cui ora Facebook prende atto e si scusa.

Safety Check

Molti degli utenti del social network hanno probabilmente appreso dell’attentato in Pakistan proprio attraverso la richiesta del sistema Safety Check , che a partire dal 2014 Facebook ha messo a disposizione per agevolare la gestione delle emergenze, da innescare nel caso di crisi, quando le comunicazioni si complicano e diventano indispensabili per tranquillizzare i propri cari.

Hanno appreso dell’attentato gli utenti del social network che hanno ricevuto una notifica attraverso il sito o l’applicazione, si è scatenata l’apprensione presso coloro che hanno ricevuto un semplice SMS, nel quale si chiedeva di confermare la propria incolumità a seguito di una non meglio precisata “esplosione”. È probabilmente bastata loro una telefonata per comprendere che si trattasse di un errore.

Un errore confermato da Menlo Park: “Purtroppo molte persone non coinvolte nell’emergenza hanno ricevuto una notifica in cui si chiedeva loro se stessero bene – ha ammesso Facebook – Questo tipo di buon non è stato intenzionale”. Il problema ha probabilmente interessato il sistema di geolocalizzazione con cui Facebook stabilisce la posizione degli utenti, e il social network ha riferito di aver “lavorato rapidamente per risolvere il problema”, scusandosi con coloro che per errore abbiano ricevuto la notifica.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
29 mar 2016
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