Concettualmente, un Chromebook è un computer perfetto. Leggero, economico, veloce sia nell’avviarsi che nel lavorare, pensato per poter essere condiviso con altre persone senza problemi, esente da virus e malware. Perfetto, vero? Anche troppo perfetto, per essere vero.
Bel design, ma è solo facciata
L’ Asus C300 non è un Chromebook nuovissimo, visto che la sua commercializzazione risale allo scorso anno, ma grazie al fatto che questa piattaforma è molto meno legata all’hardware rispetto a un tradizionale PC, a distanza di mesi il prodotto rimane ancora attuale e appetibile per l’acquisto. In effetti, su un Chromebook parlare di “dotazione hardware” in senso tradizionale è inutile. Trattandosi di un prodotto pensato soprattutto per essere utilizzato con applicazioni online o comunque web-based, l’obiettivo principale è stato quello di abbattere i costi, mantenendo una velocità di lavoro adeguata.
La schermata delle App installate è molto simile a quella di uno smartphone Android
L’abbattimento dei costi lo si nota nel case, “disegnato” come se fosse realizzato in alluminio spazzolato, ma in realtà interamente in plastica. Il risultato è quello di avere un bell’aspetto, ma una solidità tutta da verificare nel tempo e la tendenza a impiastricciarsi d’impronte.
Aprendolo si nota subito che la cerniera del display è robusta, ma non altrettanto lo stesso display, che flette piuttosto facilmente. Anche la tastiera ha due facce: comodi e ben spaziati i tasti, che regalano una digitazione veloce e senza sorprese, parzialmente penalizzata, però, dalla tendenza della parte centrale a flettersi vistosamente durante la digitazione. Valido il touchpad, invece, piuttosto ampio e preciso.
Visioni non troppo nitide
Le cose non vanno altrettanto bene con il display. Il pannello utilizzato è di tipo economico e, se la risoluzione di 1.366×768 pixel è adeguata ad un utilizzo “Office”, la riproduzione dei colori non è perfetta e nella visione laterale la qualità decade ulteriormente. Se volete visualizzare con amici il video girato durante l’ultimo weekend, molto meglio collegare un monitor esterno o il TV tramite HDMI.
A proposito di connessioni, il C300 di Asus ha due USB e la HDMI oltre alla Wi-Fi e al lettore di schede di memoria (utile per espandere i 32GB di memoria fisica di cui è dotato). Lo stretto indispensabile per un utilizzo tranquillo, ma nulla di più. In un sistema del genere sarebbe stata gradita la presenza di una connessione mobile 3G/4G, per poterlo utilizzare appieno anche quando non si ha a disposizione il Wi-Fi.
Prestazioni adeguate, ma autonomia eccezionale
E veniamo alle prestazioni: il Chromebook è mosso da un processore Intel Bay Trail-M N2840 con 4GB di RAM . La velocità di lavoro non è di certo impressionante, nonostante le buone premesse iniziali, e c’è qualche tentennamento di troppo soprattutto quando i tab aperti (ricordiamoci che si lavora in un browser) aumentano. Probabilmente tutta la piattaforma è stata ottimizzata per migliorare l’autonomia, che in effetti è notevole. Con il Wi-Fi sempre attivo si riesce a lavorare tranquillamente per tutta la giornata, arrivando a sera con ancora una notevole riserva d’energia. Le dieci ore di autonomia promesse da Asus stavolta non sono affatto una chimera. Un vantaggio derivante dal consumo ridotto è l’evidente mancanza di ventole di raffreddamento, inutili visto che tutti i componenti rimangono piuttosto freschi anche dopo qualche ora di utilizzo continuo.
In conclusione…
L’Asus C300 è un Chromebook leggero, comodo da usare, con un’autonomia molto interessante e qualche inevitabile difetto, come le prestazioni non eccezionali e il display con scarsa visibilità laterale. Utilizzarlo per sostituire un notebook nel lavoro di tutti i giorni? Improbabile. Se si devono solo editare testi e fogli di calcolo o navigare e utilizzare servizi Web, invece, le cose vanno decisamente meglio e il ChromeBook si rivela un valido ausilio per l’utente. Qualche difficoltà nell’utilizzo di periferiche come stampanti e simili.