Più vicina la super-intercettazione USA

Più vicina la super-intercettazione USA

La Camera dei Rappresentanti si appresta ad approvare uno dei più pericolosi testi normativi. I pochi emendamenti passati non convincono nessuno
La Camera dei Rappresentanti si appresta ad approvare uno dei più pericolosi testi normativi. I pochi emendamenti passati non convincono nessuno


Washington (USA) – All’unanimità, la Commissione giustizia della Camera dei Rappresentanti americana ha approvato una versione corretta di uno dei più pericolosi e contestati atti normativi, che va ad intaccare direttamente le libertà digitali. Un segnale gravissimo, sostengono i tanti che si stanno mobilitando nel tentativo di impedire il peggio.

La legge offre alle autorità investigative un ampliamento notevole delle possibilità di indagine, consentendo loro di utilizzare i sistemi più avanzati di intercettazione per la ricerca di sospetti di fattispecie criminali. Tra questi sistemi anche la possibilità di ottenere registrazioni complete del traffico internet da parte dei provider, e delle telefonate.

“I terroristi – ha sostenuto il chairman della Commissione James Sensenbrenner – oggi dispongono di armi contro le quali le autorità di sicurezza non possono proteggerci. La tecnologia ha fatto enormi passi avanti ma queste innovazioni, nelle mani sbagliate, ci rendono vulnerabili ad attacchi”.

La nuova proposta di legge, il PATRIOT (Provide Appropriate Tools Required To Intercept and Obstruct Terrorism) Act, è stata presentata dopo che la scorsa settimana il procuratore generale degli Stati Uniti, John Ashcroft, aveva presentato una proposta che i sostenitori dei diritti civili hanno definito “di soppressione delle libertà individuali”. Proposta che aveva fatto storcere il naso a molti parlamentari, che hanno quindi tirato fuori dal cappello il PATRIOT.

In realtà, la normativa riprende molte delle misure richieste da Ashcroft aggiungendo il solo elemento che tra due anni potranno essere riviste o cancellate le misure più criticate, come l’utilizzo dei provider quali fonti di dati senza un vero controllo su cosa e quando.

Secondo la potente organizzazione per i diritti civili ACLU , queste “garanzie” non bastano: l’associazione chiede che si lavori molto di più sui limiti della sorveglianza elettronica. Dello stesso avviso anche il Center for Democracy and Technology, CDT, secondo cui tutto è avvenuto troppo rapidamente: “Ai parlamentari viene detto che se non firmano questa legge allora saranno messi sotto accusa per i prossimi attacchi terroristici”. Secondo Jim Dempsey del CDT, “la vergogna qui è che non c’è alcuna prova che gli attuali standard di sorveglianza elettronica abbiano agevolato il terrorismo o impedito l’attuazione di misure anti-terrorismo. Una delle possibili conseguenze di questa normativa è che il Governo continuerà a raccogliere una quantità ancora maggiore di informazioni inutili”.

Ciò nonostante alcuni emendamenti passati durante l’esame in Commissione sono di grande rilievo. Tra questi, il fatto che i provider non possano essere obbligati a praticare modifiche speciali ai propri sistemi di rete, per esempio per l’installazione dell’intercettatutto “Carnivore”; ma anche il fatto che i privati possano denunciare il Governo se informazioni che li riguardano escono dall’agenzia investigativa che eventualmente sta controllando le loro comunicazioni elettroniche.

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Pubblicato il
5 ott 2001
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