Nelle scorse settimane si è parlato di SPID gratis con Poste Italiane almeno fino al 2030, ma il futuro è ancora tutto da chiarire. A gettare benzina sul fuoco di una discussione di per sé già piuttosto accesa è stato oggi Matteo Del Fante, amministratore delegato del gruppo, intervenuto a Milano per l’evento dedicato ai dieci anni dall’ingresso in Borsa. Queste le sue parole: Il mercato non lo sta più rendendo gratuito, stiamo facendo le nostre valutazioni
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SPID a pagamento anche per Poste Italiane?
Una dichiarazione che dice tutto e niente, facendo riferimento a valutazioni in corso, senza delineare una prospettiva certa. L’esperienza ci suggerisce che potrebbe essere l’antipasto di un annuncio che non piacerà affatto ai 24 milioni di cittadini che hanno scelto il gestore per ottenere le loro credenziali.
Il riferimento è ai provider che hanno già scelto di introdurre un canone di abbonamento annuale: Aruba, InfoCert, Register.it e Namirial. Capiremo solo più avanti se Poste Italiane (e agli altri) si aggiungerà all’elenco.
Ricordiamo che il gruppo è finito al centro di un’accesa polemica quando, a fine 2021, decise di rendere a pagamento l’identificazione negli uffici sul territorio, 12 euro per certificare la propria identità. In precedenza era gratuito.
L’eventuale introduzione di una tariffa annuale, qualunque essa sia, potrebbe causare gravi disagi al di là del fattore economico. Ancor più della spesa, alcuni cittadini potrebbero essere messi in difficoltà anche solo dall’obbligo di dover effettuare il versamento: non tutti hanno dimestichezza con i pagamenti online o possono agevolmente recarsi allo sportello.
Detto questo, la trasformazione in un servizio premium sembra essere un destino già scritto per SPID, come suggeriscono i termini della nuova convenzione siglata con i gestori. Il governo ha deciso già da tempo per l’addio, favorendo il passaggio a CIE (carta di identità elettronica). Spiegarlo agli italiani non sarà semplice.