Privacy, l'anno del Garante

Privacy, l'anno del Garante

L'authority italiana si concentra sul futuro: nel rapporto annuale evidenzia come ci sia molto da fare sul fronte della sicurezza. Soprattutto in vista della Internet delle Cose
L'authority italiana si concentra sul futuro: nel rapporto annuale evidenzia come ci sia molto da fare sul fronte della sicurezza. Soprattutto in vista della Internet delle Cose

Come ogni anno l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha presentato la Relazione che traccia il bilancio della propria attività, indicando al contempo le prossime azioni da intraprendere.

Il rapporto 2014 si è concentrato su alcuni macrotemi che a detta dell’Authority l’hanno contraddistinto, come il ruolo giocato dai grandi provider e la profilazione online, la trasparenza della PA online, il fisco e la tutela delle riservatezza dei contribuenti, la protezione dei dati usati a fini di giustizia, il telemarketing selvaggio, i diritti dei consumatori, le banche dati pubbliche e private, la sanità elettronica, e la conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico.

Il Garante sembra invece aver deluso chi si aspettava un rapporto improntato sulla recente legge sui cookie, entrata in vigore all’inizio del mese in corso, o sul recentissimo dibattito sulla riforma della normativa sul tecnocontrollo (oggetto del Jobs Act del Governo Renzi).

Al contrario, il discorso del Presidente Antonello Soro si è incardinato sull’importanza strategica della protezione dei dati raccolti e su come questi abbiano in maniera consistente modificato i nostri modi di vivere, e quindi sulla crescente importanza di Big Data soprattutto in vista dello sviluppo del settore dell’Internet delle Cose e delle sue molteplici applicazioni. Poiché i dati raccolti e gestiti saranno sempre di più e sempre più rilevanti, il discorso di Soro indica la strada di una sempre maggiore sicurezza by design dei dispositivi e dei formati, a partire da quelli utilizzati dalla pubblica amministrazione.

Nel documento , poi, l’Authority ha evidenziato l’importanza delle prescrizioni adottate nei confronti di Google per rendere conforme la sua privacy policy alle norme italiane (e la conseguente accettazione da parte di Mountain View di un protocollo per verificare l’attuazione delle prescrizioni).

Si è inoltre sottolineato l’importanza delle linee guida in materia di utilizzo di dati biometrici a fini di controllo degli accessi, per l’autenticazione degli utenti (anche su pc e tablet) o per la sottoscrizione di documenti informatici, le Linee guida sulla pubblicazione di atti e documenti online da parte della pubblica amministrazione.

Infine secondo l’Authority è stato rilevante anche l’impegno per la tutela degli abbonati telefonici contro il telemarketing aggressivo con prescrizioni e sanzioni adottate nei confronti di società che operano nel settore e nei confronti del cosiddetto fenomeno delle “telefonate mute”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
24 giu 2015
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