Quando il virus va nel pallone

Quando il virus va nel pallone

Con l'avvicinarsi dei mondiali di calcio gli esperti di virus temono l'arrivo di una nuova ondata di worm che facciano leva sulla febbre calcistica. Si scorge poi all'orizzonte una nuova generazione di super vermicelli
Con l'avvicinarsi dei mondiali di calcio gli esperti di virus temono l'arrivo di una nuova ondata di worm che facciano leva sulla febbre calcistica. Si scorge poi all'orizzonte una nuova generazione di super vermicelli


Roma – Alcuni esperti di virus temono che con l’approssimarsi dei mondiali di calcio la diffusione di worm e altri vermicelli malevoli possa crescere esponenzialmente. La società antivirus Sophos ha infatti spiegato che saranno molti coloro che utilizzeranno Internet per tenersi informati sull’andamento delle partite. Particolarmente intensivo sarà, oltre al Web e alle chat, l’uso dell’e-mail, il mezzo oggi più amato dai creatori di virus per far diffondere le proprie creature.

Il pericolo arriverebbe poi dai classici gadget, come screensaver e demo in Flash, o da documenti contenenti classifiche e altre informazioni sui mondiali che, allo scoccare di eventi come questi, invadono puntualmente la Rete favorendo il diffondersi di virus vecchi e nuovi.

Graham Cluley, vice presidente di Sophos, ha parlato dei worm che nel recente passato hanno fatto leva sulla popolarità di personaggi dello sport o dello spettacolo come Anna Kournikova e Britney Spears. “David Beckham o Michael Owen – sostiene Cluley – potrebbero essere i prossimi”.

Il pericolo maggiore, secondo gli esperti, proviene dagli uffici, un luogo dove spesso i dipendenti hanno una cultura sulla sicurezza modesta o nulla e tendono ad agire con meno responsabilità rispetto agli utenti domestici.

“Gli impiegati vanno considerati come un nemico interno e spesso rappresentano l’anello più debole della catena”, ha addirittura commentato Jeremy Butt, presidente della firma di sicurezza WatchGuard.

La colpa, secondo alcuni, sarebbe da imputare in larga parte alle aziende che, tranne rari casi, nulla farebbero per educare i propri dipendenti alla sicurezza.

Lo scenario diviene ancor più preoccupante con l’emergere di nuove tecniche nella creazione di virus che, secondo alcuni esperti, potrebbero presto far nascere super worm in grado di colpire milioni di siti nel giro di poche ore.

L’esempio della capacità di diffusione dei worm lo hanno dato in passato flagelli come Code Red, Nimda e, proprio di recente, SQLsnake . Rispetto a tali “pesti”, i virus di prossima concezione potrebbero essere centinaia di volte più prolifici e virulenti.

I creatori di virus, secondo alcune società di sicurezza, starebbero già lavorando a motori di scanning in grado di lanciare 100 attacchi al minuto e generare livelli di traffico tali da mettere in ginocchio anche le reti più robuste.

Gli esperti sembrano concordi sul fatto che il primo mezzo di difesa dev’essere dato dalla cultura della sicurezza, presupposto essenziale per consentire ai software e alle tecniche antivirus di poter lavorare al meglio ed essere realmente efficaci.

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Pubblicato il 27 mag 2002
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