Quantum Jam: l’hackathon diventa Quantistico

Quantum Jam: l’hackathon diventa Quantistico

Quantum Jam: l’hackathon di gamer e developer diventa Quantistico per scoprire gli strati profondi della natura e della coscienza.
Quantum Jam: l’hackathon diventa Quantistico
Quantum Jam: l’hackathon di gamer e developer diventa Quantistico per scoprire gli strati profondi della natura e della coscienza.

Aggregate attorno ad alcuni spunti di Fisica (quasi indistinguibili dalla Metafisica) un gruppo di ragazzi dalle diverse abilità: sviluppatori, game designer, concept artist, programmer, 3D artist, sound designer. Fateli divertire, per tre giorni, attorno a progetti nati spontaneamente dalle loro idee. Fornite supporto di studenti di Fisica di pari età, di scienziati, di cloud. E fate loro usare il genere del videogioco.

Quantum Jam a IF2020

La Game Jam, un hackathon a squadre per lo sviluppo di videogame, è una realtà piuttosto conosciuta negli ambienti nerd, ma quello che inizierà a Pisa, da oggi e fino a domenica in occasione dell’Internet Festival 2020, è la prima Quantum Game Jam in Italia, la sesta nel mondo (l’ultima ha avuto luogo nel 2019 a Helsinki). Sabrina Maniscalco di Aalto University e University of Turku e Marilù Chiofalo dell’Università di Pisa, non vedono l’ora di vedere applicato concretamente un concetto che le ha stregate, quando si sono conosciute a un convegno internazionale (“facevamo all’incirca le stesse cose, non ci eravamo mai conosciute, è stato un colpo di fulmine”): la citizen science, il coinvolgimento dei cittadini non solo come utenti finali della divulgazione, ma produttori di divulgazione e anche di ricerca scientifica stessa, attraverso la mediazione del videogioco.

E’ difficile immaginare come trasformare propositi di enorme complessità – ingegnerizzare un solutore di problemi quantistici, mettendo assieme neuroscienze e fisica – con i videogame, ma se siete curiosi basta un click: all’evento di apertura in streaming.

Che i videogiochi siano un processo creativo e non solo un oggetto commerciale, lo sapevamo, chiedo loro, ma è davvero possibile combinare questo matrimonio? I videogiochi e la Quantistica?

Certo”, mi spiega Sabrina Maniscalco. “Esistono già videogiochi quantistici ed è provata la capacità dei team interdisplinari, stimolati in un ambiente assolutamente non competitivo, di realizzare videogiochi creativi, utili sia dal punto di vista divulgativo che per un ricercatore. L’affascinante domanda che ci poniamo: è possibile far conoscere il mondo della fisica quantistica tramite i videogiochi? Ma anche: che nuovi tipi di videogiochi è possibile creare quando si aprono le porte alle infinite possibilità del mondo quantistico? La risposta la troveremo giocando e divertendoci”.

Gran parte dei nostri fondi è di natura pubblica”, aggiunge Marilù Chiofalo, “dunque abbiamo anche un obbligo verso i contribuenti. Il nostro lavoro tuttavia manipola spesso concetti controintuitivi, il videogioco consente un livello di coinvolgimento in una ricerca in fisica estremamente di frontiera: un nuovo scenario che va a braccetto con la biologia e la chimica, sulla simulazione dei processi biologici, compresi quelli alla base della coscienza umana”.

Insomma, la Quantistica non per andare su Plutone, ma – forse – per salvare l’ambiente, per conoscere gli strati più profondi della natura della vita e della coscienza. Senza anticipare troppo (c’è l’evento in streaming per questo e tutto il lavoro dei prossimi giorni) le parole d’ordine della Fisica Quantistica che si troveranno di fronte i ragazzi che formeranno i loro team, sono straordinariamente vicini agli interessi della Z Generation: il funzionamento di ogni fenomeno naturale basato sulla sua simulazione su computer quantistici, coi quali progettare nuovi materiali per rendere la nostra vita quotidiana più agevole, rispettosa per l’ambiente, farmaci e vaccini per malattie oggi incurabili, procedure informatiche per la sicurezza dei propri dati personali, previsioni sul riscaldamento globale. E poi, un tema tipico: possiamo progettare una mente a patto di avere un computer quantistico sufficientemente potente? E quanto potente dovrebbe essere? E per quale ragione? Oltre a progettare computer quantistici per comprendere meglio le cose, quali cose dobbiamo comprendere per progettare migliori computer quantistici?

Un ultimo punto è giusto farlo notare: per discutere della prima Quantum Game Jam italiana l’autore di questo articolo ha parlato con due donne. Molte le ragazze in questi team, tra gli iscritti in Fisica. “Ci vogliono modelli a cui loro possano fare riferimento. Ci sono tante donne che scelgono questa materia di studio, storie di successo. È importante che siano sempre più visibili. Si supera sul campo, facendo in modo che la massa critica aumenti sempre di più”.

La IF Quantum Game Jam sarà in collaborazione con Qiskit (il software open source per andare sul computer quantitstico IBM-Q), Scuola Normale Superiore, VIS – Virtual Immersions in Science, Associazione Italiana Studenti di Fisica, Data Reply. I temi dei giochi saranno scelti dal Comitato scientifico formato da Marilù Chiofalo, Andrea Ferrara, Sabrina Maniscalco, Marcos Valdes, James Wootton, e saranno illustrati da James Wootton (IBM-Zurich), che tra le tante attività sviluppa videogiochi per il computer quantistico IBM-Q, Laura Piispanen di Turku University, e Marilù Chiofalo dell’Università di Pisa. Docenti, ricercatrici, ricercatori e studenti dell’Associazione Italiana Studenti di Fisica affiancheranno professionisti e professioniste di settore nell’attività di mentorship.
Ci sarà poi un tester di eccezione: lo youtuber Sabaku no Maiku.

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Pubblicato il 9 ott 2020
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