Resuscitare specie estinte dal DNA è possibile?

Resuscitare specie estinte dal DNA è possibile?

Uno studio sul toporagno dell'isola di Natale risponderebbe alla fatidica domanda: è possibile resuscitare specie estinte dal DNA?
Resuscitare specie estinte dal DNA è possibile?
Uno studio sul toporagno dell'isola di Natale risponderebbe alla fatidica domanda: è possibile resuscitare specie estinte dal DNA?

Poter resuscitare una specie partendo dal DNA è sempre stato un sogno dell’uomo, vuoi per i problemi legati all’estinzione di alcune specie, vuoi per tutti quegli animali che ormai sono scomparsi. La risposta arriva da uno studio effettuato sul toporagno dell’isola di Natale, e purtroppo non è positiva.

Questa ricerca ha permesso di lavorare su una quantità elevata di genoma, ma nonostante tutto non c’è stato modo di riuscire a ricreare alcuni geni chiave, portando ad un fallimento totale. L’opzione finale rimane quindi quella di creare una variante di quell’animale, capace di avere la stessa funzione nell’ecosistema.

Non è possibile resuscitare una specie partendo solo dal DNA

Thomas Gilbert, ricercatore all’Università di Copenaghen, Danimarca, ha spiegato che non c’è alcun modo per recuperare un animale una volta estinto: “Se pensi di poter ricreare un Mammut identico a quelli estinti, allora sbagli.”

Resuscitare

La soluzione sarebbe ricreare un animale sicuramente diverso sotto alcuni aspetti, capace però di occupare lo stesso posto nell’ecosistema. Il motivo è legato alle sequenze mancanti: quelle, ispirate da famiglie o specie prossimali, sicuramente sarebbero diverse dall’originale, portando magari alcune specie de-estinte a tornare con delle caratteristiche peculiari dei successori.

I team di ricerca in America che cercano di portare il risultato su queste ricerche sono molte: tra queste brillano Colossal, che vuole ricreare un mammut lanoso, e TIGRR lab che vuole ricreare un tilacino.

Parlando del toporagno dell’isola di Natale, estinto all’inizio del 20esimo secolo, il team è stato in grado di ricreare gran parte del genoma dal ratto grigio come guida, ma ovviamente non è bastato. Di media un 5% del genoma rimane sempre spagliato, difficile da posizionare a causa dell’evoluzione e quindi diventa il problema più grande che separa i ricercatori dal risultato finale. Ora non resta che capire se, una volta create delle “specie equivalenti”, potranno bastare per riparare alcune mancanze all’ecosistema.

Fonte: NewScientist
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Pubblicato il
10 mar 2022
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