Revver nel primo anno di vita ha “elargito” un milione di dollari ai suoi utenti, fondi “spalmati” sugli autori dei video più visti sul portale di video sharing. Questi i dati riferiti dall’azienda, intenzionata a discostarsi il più possibile dal mattatore del settore, YouTube, che però gli autori non li compensa affatto.
Nel comunicato diffuso dalla società si scopre che l’obiettivo rimane far crescere la comunità di utenti e condividere al 50% gli introiti generati dalla pubblicità. Ma c’è chi fa notare come prima della condivisione degli introiti, almeno il 20% della torta finisca nelle tasche di altre piattaforme di distribuzione, grazie al player embedded e ai filmati “distribuiti”. Se non si conosce esattamente il numero delle partnership per la distribuzione ulteriore dei video rimane difficile comprendere quanti dei due milioni di dollari fatturati sia veramente finito nelle case dell’azienda.
Non solo: secondo recenti indagini di mercato, come quella di Screen Digest, entro il 2010 oltre la metà del tempo speso a guardare video su web sarà dedicato a contenuti auto-prodotti, ma genererà non più del 15% dei ricavi Internet. Insomma, guadagnare con la NetTV potrebbe essere più complicato di quanto Revver vorrebbe far credere.
Eppure, due ragazzi del Maine, quest’anno, con 15 clip dedicate ad esperimenti con Mentos e Diet Coke, divenuti celeberrimi, hanno racimolato 50 mila dollari. Una ragazza, qualche settimana fa, grazie ad un video-racconto riguardante una disavventura con la bolletta iPhone ha tirato su 5 mila dollari. La lista di casi di successo continua, quasi a dimostrare che “qualcosa” nel business video si sta muovendo.
Come riporta USA Today , Revver può condividere gli introiti perché le sue clip contengono sempre spot pubblicitari. “Revver crede che pagando i produttori per il loro lavoro possa accedere ai migliori contenuti, ma questo però non è ancora successo”, ha dichiarato James McQuivey, analista di Forrester Research. “Se stai cercando di sfondare con il tuo video vai dove puoi ottenere maggiore clamore, e questo certamente avviene su YouTube”. Revver, effettivamente, secondo le rilevazioni di ComScore Media Metrix , ha solo 2,2 milioni di utenti – contro i 66 milioni di YouTube.
Dario d’Elia