Mentre scriviamo il sito dell’associazione delle major statunitensi del disco, RIAA.com , sta faticosamente tornando online dopo essere stato irraggiungibile per ore. Il motivo è che i gestori stanno fronteggiando un avvenuto cracking del sito, da sempre al centro di attacchi digitali di ogni genere. Questa volta si è trattato di un attacco seguito da azzeramento del database.
Ne dà notizia Mashable , che conferma quanto riportato da TorrentFreak . Si è trattato di una SQL injection e dal forum di Reddit è possibile ricostruire la sequenza degli avvenimenti.
Proprio su Reddit , infatti, qualcuno aveva postato una strategia di attacco al sito, cosa che avrebbe spinto molti utenti a mettere sotto stress i server dell’associazione al solo scopo evidente di mandarli in crash. Nel frattempo, però, qualcuno ha approfittato del buco per cancellare l’intero database del sito .
Questa è una delle ipotesi. L’altra è che RIAA abbia voluto mettere fuori linea quei contenuti per la durata dell’attacco e per la messa in sicurezza del sito stesso, per re-inserire i contenuti una volta sistemata la vicenda, cosa che sembrerebbe avvenire proprio mentre scriviamo.
Caricando riaa.com l’idea è che dei contenuti esistesse un backup quantomeno parziale, sebbene l’accesso alle pagine rimanga estremamente difficoltoso e dunque sia difficile verificare la portata degli eventuali danni ai contenuti disponibili online. Non è per ora dato sapere come RIAA risponderà all’attacco e se e quando verrà sporta denuncia, presumibilmente contro ignoti.
Va detto che l’associazione dei discografici è in qualche modo “abituata”, per così dire, ad essere aggredita sul web. L’hanno bombardata di telefonate, sbeffeggiata con parodie , le hanno persino mandato carbone digitale : alla RIAA e alla sua presenza online, condizionata dalla campagna pluriennale contro il file sharing, è successo davvero di tutto. Il colpo gobbo , i nemici telematici dell’associazione lo misero a segno nel 2002 quando, grazie ad una vulnerabilità, il sito RIAA venne trasformato in un jukebox che diffondeva 15 file mp3 pochi giorni dopo aver subito un imbarazzante defacement.