RIM, cambi al vertice

RIM, cambi al vertice

L'azienda canadese, che vede la sua quota di mercato sempre più erosa dalla concorrenza, cerca di darsi una scossa. Troppo poco e troppo tardi?
L'azienda canadese, che vede la sua quota di mercato sempre più erosa dalla concorrenza, cerca di darsi una scossa. Troppo poco e troppo tardi?

Research in Motion (RIM) cerca di reagire ai numeri di un mercato che premiano sempre di più i dispositivi Android e iOS ai danni dei suoi: per dare via ad nuovo corso, che possa in qualche modo promettere una scossa, una rincorsa o, almeno, un tamponamento dell’emorragia di consensi, la dirigenza ha dunque deciso di cedere il passo.

Così, si sono dimessi Jim Balsillie e il fondatore Mike Lazaridis, i due dirigenti che avevo occupato congiuntamente il ruolo di co- Chief Executive Officer (CEO) e di co-presidenti del consiglio d’amministrazione della azienda canadese.

A sostituire i due ci sarà nel ruolo di CEO Thorsten Heins, ex Siemens e finora Chief Operating Officer (COO) di RIM, e in quello di presidente del board Barbara Stymiest, ex direttrice della Royal Bank of Canada . Lazaridis occuperà il ruolo di suo vice, mentre Balsillier resterà nel consiglio di amministrazione.

Il fondatore di RIM Lazaridis è intervenuto sull’avvicendamento parlando di “cose che dovevano cambiare”. L’ annuncio effettuato dal quartier generale di Waterloo esclude la pressione esterna ma parla di scelte personali: “C’è sempre un tempo nella crescita di ogni azienda di successo in cui i fondatori devono riconoscere la necessità di passare il testimone della leadership”. Insomma, bisogna cedere il passo alle nuove generazioni: d’altronde, pressioni o meno, si trattava di un cambiamento quasi atteso data la crisi che sta attraversando l’azienda.

Vari i fattori che hanno portato al declino di RIM, ma in generare possono essere sintetizzati con una sola parola: concorrenza.

La colpa della dirigenza in uscita, in pratica, sarebbe stata quella di non aver saputo reagire ai cambiamenti introdotti nel settore mobile da nuovi operatori quali Apple e Google e il non esser riusciti a ribattere con nuovi prodotti appetibili: quelli che sono arrivati sono sembrati sempre un po’ in ritardo rispetto ai concorrenti e non con tali caratteristiche da rosicchiare quelle fette di mercato conquistate ai suoi danni .

Nell’ultimo periodo, così, l’azienda ha perso conseguentemente fette di marketshare, stabilità finanziaria e valore in borsa.

La sfida maggiore per il nuovo CEO sarà dunque quella di far riscoprire l’appetibilità del prodotti BlackBerry e di riuscire a lanciare un PlayBook all’altezza dei tablet già arrivati sul mercato.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
23 gen 2012
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