Roaming, ultima chiamata per gli operatori UE

Roaming, ultima chiamata per gli operatori UE

Otto compagnie di telefonia mobile hanno preso parte ad un'audizione al Parlamento Europeo, per giocare le ultime carte al tavolo della trattativa sul caro-roaming
Otto compagnie di telefonia mobile hanno preso parte ad un'audizione al Parlamento Europeo, per giocare le ultime carte al tavolo della trattativa sul caro-roaming

Roma – Nei giorni scorsi il presidente dell’ Agcom ha espresso l’intento di promuovere nuovi cambiamenti nell’offerta tariffaria degli operatori mobili tra cui, oltre all’eliminazione dello scatto alla risposta, venga compreso anche il taglio dei costi dei servizi di roaming. Iniziativa, quest’ultima, su cui la Commissione Europea sta lavorando da mesi e su cui in questi giorni si muovono anche gli operatori.

Corrado Calabrò non faceva riferimento ad un’iniziativa patrocinata dall’Authority che presiede, ed è facile intuire perché: trattandosi di un aspetto di livello internazionale, non può essere affrontato solo da un ente regolatore locale. Per quanto riguarda l’eventuale eliminazione dello scatto alla risposta, l’Italia può invece “ballare da sola” e quindi l’Authority ha legittima voce in capitolo. “La proposta – ha dichiarato Andrea Lulli, relatore al decreto sulle liberalizzazioni – è condivisibile, ma dobbiamo valutarla sia rispetto alla ammissibilità sia rispetto all’economia del decreto legge”.

Quanto al roaming internazionale, la Commissione Europea ha espresso chiaramente le proprie intenzioni: in mancanza di un’autoregolamentazione da parte delle compagnie, si arriverà ad un provvedimento che imporrà una drastica riduzione delle tariffe, fino al 70%. Il presupposto di questo obiettivo è semplice: Viviane Reding, commissario UE per la società dell’informazione e i media, ribadisce da mesi – e lo ha fatto anche lo scorso ottobre durante un’audizione davanti alle Commissioni congiunte di Istruzione, Comunicazioni e Politiche Comunitarie al Senato a Roma – che le tariffe di roaming, oggi, sono “scandalosamente alte”. E questo non vale solo per gli utenti italiani, ma per tutti i 440 milioni di utenti di telefonia mobile del Vecchio Continente.

L’impossibilità di Agcom di agire autonomamente in materia di costi di roaming è stata ribadita da Martin Selmayr, portavoce del commissario Reding, in un’intervista concessa a Helpconsumatori : “Non è qualcosa che l’Italia può fare da sola, perché la fornitura di servizi di roaming all’interno della Comunità riguarda tutti gli Stati membri e tocca contemporaneamente gli interessi di vari soggetti, per questo è fondamentale un approccio armonizzato a livello comunitario, per assicurare un’applicazione coerente e garantire la tutela degli interessi dei consumatori e delle imprese in tutti i Ventisette”.

Su queste basi si fondano gli argomenti che sono stati discussi ieri in un’audizione del Parlamento Europeo – di cui ha parlato il Financial Times – a cui hanno preso parte otto compagnie telefoniche, con l’obiettivo di arrivare ad una soluzione di regolamentazione che non imponga vincoli restrittivi alle aziende.

Sembra proprio che questa possa essere l’ultima occasione, per i gestori, per dare una “dimostrazione di buona volontà” e non subire passivamente un provvedimento regolatorio che tagli loro, con un deciso colpo d’accetta, una fonte di ricavo su cui hanno sempre potuto contare. Fino ad oggi non è stato possibile arrivare ad un punto di incontro in grado di conciliare le esigenze di entrambe le parti. Bruxelles, che prevede comunque di promulgare le nuove regole entro luglio, per i prezzi al dettaglio delle chiamate dall’estero punta a fissare un tetto massimo di 50 centesimi di euro al minuto, mentre per le telefonate ricevute punta ad un massimo di 25 centesimi al minuto. La proposta non è gradita agli operatori: Vodafone , ad esempio, riterrebbe adeguati un limite massimo fissato a 60 centesimi al minuto per le chiamate generate e 30 centesimi per quelle ricevute.

John Blakemore, della direzione per gli affari regolamentari del gruppo Hutchinson 3G, che fa capo a TRE , afferma: “Finché non si raggiunge un’intesa a livello wholesale, è difficile arrivare ad una decisione sui limiti dei prezzi al dettaglio. Abbiamo bisogno di avere un gap sufficiente tra i due livelli. Se non c’è margine, ogni operatore applicherà lo stesso prezzo e non ci sarà concorrenzialità”. Il gruppo Hutchinson Wampoa è stato il primo ad annunciare l’ eliminazione dei costi di roaming per le chiamate internazionali effettuate in un Paese estero in cui esiste la copertura di uno dei network mobili del gruppo, una soluzione praticabile in quanto non legata a trattative wholesale.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
9 mar 2007
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