Rodotà tenta di proteggere chi telefona

Rodotà tenta di proteggere chi telefona

Il Garante interviene nello spinoso dibattito sulle intercettazioni telefoniche spiegando che le conversazioni di chi non è indagato non possono essere riportate sulla stampa
Il Garante interviene nello spinoso dibattito sulle intercettazioni telefoniche spiegando che le conversazioni di chi non è indagato non possono essere riportate sulla stampa


Roma – Cosa cercano i quotidiani che pubblicano intere conversazioni telefoniche frutto di intercettazioni e che coinvolgono non soltanto indagati ma anche persone che non lo sono affatto e la cui unica “colpa” è aver avuto contatti telefonici con chi è sottoposto ad intercettazione? Viene da chiederselo, ma ancora di più viene da chiedersi come possa accadere che tali materiali vengano diffusi alla stampa.

Nel dibattito denso di polemiche è intervenuto nelle scorse ore anche Stefano Rodotà, il Garante per la privacy , che ha ribadito ciò che può sembrare ovvio: il diritto alla riservatezza per chi viene coinvolto in una inchiesta giudiziaria non perché indagato ma perché partecipante ad una conversazione telefonica intercettata dalle forze dell’ordine.

Da Cernobbio, Rodotà ha spiegato che “chi parla con una persona indagata ha diritto alla privacy e le sue parole non possono finire su tutti i giornali”. Si tratta di parole di persone che possono “fatalmente essere intercettate per il solo fatto di parlare con persone oggetto di attenzione della magistratura”. E risulta dunque che chi si trova in questa situazione abbia “tutto il diritto di non vedere poi in pubblico i suoi discorsi, che non devono essere diffusi”.

Rodotà, il cui ruolo di richiamo ad una etica della privacy e della riservatezza appare sempre più come una voce nel deserto , ha ricordato: “Siamo intervenuti più volte sulla materia delle intercettazioni proprio per evitare usi impropri, che ci sono stati. Siamo intervenuti in passato in almeno due casi importanti, sottolineando come illegittimo il fatto che quelle intercettazioni siano divenute di dominio pubblico. D’altra parte abbiamo anche sottolineato più volte come le intercettazioni in Italia siano troppe”.

Secondo il Garante c’è bisogno immediato di una riforma delle normative. “Quanto avvenuto – ha concluso Rodotà – dimostra che è proprio il momento di mettere mano a una riforma legislativa”.

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Pubblicato il
10 giu 2002
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