Dopo aver risposto in maniera ironica all’offerta di Elon Musk, Sam Altman ha confermato che OpenAI non è in vendita durante un’intervista rilasciata a Parigi, dove è in corso l’AI Action Summit. Il Wall Street Journal ha evidenziato le conseguenze sulla trasformazione da azienda non-profit a for-profit.
Solo una tattica per rallentare OpenAI
Elon Musk e un consorzio di investitori hanno presentato al consiglio di amministrazione di OpenAI un’offerta di acquisto per 97,4 miliardi di dollari. L’uomo più ricco del mondo, nonché fondatore dell’azienda concorrente xAI che sviluppa i modelli Grok, aveva già tentato in passato di prendere il controllo della startup, senza successo (ciò ha portato alle sue dimissioni).
Il CEO Sam Altman ha risposto alle domande dei giornalisti presenti a Parigi, affermando che OpenAI non è in vendita e che probabilmente l’offerta di Musk non è seria.
Penso che probabilmente stia solo cercando di rallentarci. È ovviamente un concorrente. Vorrei che si limitasse a competere creando un prodotto migliore, ma penso che ci siano state un sacco di tattiche, molte cause legali, ogni sorta di altre cose folli e ora questo.
Altman ha inoltre aggiunto un commento sulla vita di Musk:
Probabilmente tutta la sua vita è in una posizione di insicurezza, provo pena per lui. Penso che non sia una persona felice.
Il rallentamento citato dal CEO riguarda la trasformazione da non-profit a for-profit. Il consiglio di amministrazione dovrà comunque esaminare l’offerta di Musk e sicuramente avrà un impatto sulla valutazione degli asset della parte non-profit. In base a tale valutazione verrà decisa la quota della parte for-profit che spetterà agli investitori, tra cui Microsoft.