Le ultime analisi Gartner sul mercato dei terminali mobile fotografano una situazione complessa e in pieno divenire, con i risultati complessivi viranti sul negativo ma una crescita notevole degli smartphone, la conferma di Samsung e Android, la “speranza” Windows Phone e la debacle Nokia.
I numeri forniti da Gartner prendono in considerazione il terzo trimestre dell’anno: nel complesso l’intero mercato dei terminali mobile è in discesa con un meno 3 per cento di terminali venduti (428 milioni di unità). La cosiddetta era post-PC non fa poi molto meglio dei PC , dice Gartner, mentre gli smartphone acquistano sempre maggior importanza nel più generale mercato mobile con un più 47 per cento di vendite anno-su-anno.
Sono 169,2 milioni i “terminali intelligenti” venduti nel terzo trimestre del 2012, e non a caso si tratta del settore in cui si registrano i maggiori margini di profitto per i big player vecchi, nuovi e riconfermati. Samsung ha venduto 98 milioni di terminali (intelligenti o meno) in totale, sostiene Gartner, e si posiziona dunque al primo posto della classifica dei produttori (22,9 per cento del mercato) spodestando Nokia (19,2). Apple, in questo caso, si avvista solo al terzo posto con il 5,5 per cento – in crescita, rispetto all’anno scorso.
Passando dal mercato complessivo a quello degli smartphone, invece, le cose acquistano una dimensione diversa e Nokia viene sbalzata dal terzo posto al settimo: le vendite di Windows Phone sono cresciute notevolmente ma continuano a rappresentare una goccia (2,4 per cento) nel mare magnum del mercato.
Chi continua a credere sulla “scommessa” Windows Phone (una scommessa che cresce di un singolo punto all’anno da due anni) è ovviamente Steve Ballmer, l’esuberante CEO di Microsoft che definisce la concorrenza incontrollata e selvaggia (Android) o troppo controllata costosa (Apple). Microsoft è tornata a innovare con un ecosistema (Windows 8/RT, Windows Phone) in cui il concetto di “PC” viene condiviso fra vari form factor, sostiene Ballmer: per questo non sarebbe detta, ancora, l’ultima parola.
Alfonso Maruccia