Roma – “Non sanno quello che fanno”: con questo proclama William Hewlett, erede di uno dei fondatori di Hewlett-Packard, in queste settimane è riuscito a radunare un importante drappello di azionisti di HP attorno a sé per protestare contro la fusione con Compaq. E tra questi anche i Packard. Contro questo schieramento, questa ribellione intestina deve ora lottare il management dell’azienda.
“Non ha mai lavorato per l’azienda” replica ora, infatti, la persona che sulla riuscita della fusione con Compaq si gioca una parte consistente del proprio futuro professionale: Carleton S. Fiorina, dinamica chairwoman di una società che oggi appare dilaniata al suo interno su un passo così drastico e rilevante come l’operazione Compaq. Un’immagine che fa male ad HP e che sembra esporre una fragilità pericolosa in un mercato così ampio ma anche così legato alle aspettative come quello della tecnologia e dell’elettronica.
In queste ore gli azionisti di HP stanno valutando la risposta che Fiorina e gli altri manager del Consiglio di Amministrazione hanno formulato per controbattere l’offensiva sempre più intensa di William Hewlett. Una risposta che sta tutta in una lettera circolata nei giorni scorsi in cui si parla dell’erede dal nome “pesante” come di un “musicista e accademico” che, appunto, non ha mai lavorato per HP.
Nella lettera invitata a 900mila azionisti, il vertice dell’azienda chiede di ignorare le richieste di Hewlett “le cui motivazioni e decisioni di investimento sono probabilmente molto diverse dalle vostre”. Ma è un testo nel quale si mette tutto sul piatto e, dunque, si rischia tutto, affermando che “se Walter Hewlett ha tutto il diritto di non essere d’accordo” bisogna però considerare che l’operazione con Compaq è generata “dalla visione, saggezza ed esperienza collettiva maturata dagli otto membri del Consiglio di amministrazione e del management team di HP. Un team che rappresenta 300 anni di leadership e che ha già gestito molte operazioni di enorme complessità”.
Difficile dire come andrà a finire, ma la strada per Fiorina e soci appare in salita: oltre a Hewlett, infatti, contro l’operazione con Compaq in queste settimane si sono schierati anche alcuni importanti analisti che non vedono in questa fusione un chiaro vantaggio per HP. Per ora si attende il parere delle autorità di controllo del mercato. Poi saranno gli azionisti a determinare il futuro di un colosso, HP, che appare nebuloso come non mai.