Servizi TLC non richiesti: lo stop del Garante Privacy

Servizi TLC non richiesti: lo stop del Garante Privacy

I Consumatori hanno formulato all'Agcom alcune proposte per risolvere il problema. La risposta, in termini normativi, arriva però dal Garante Privacy. I Consumatori ringraziano, con una domanda: l'Agcom che fa?
I Consumatori hanno formulato all'Agcom alcune proposte per risolvere il problema. La risposta, in termini normativi, arriva però dal Garante Privacy. I Consumatori ringraziano, con una domanda: l'Agcom che fa?


Roma – Risale all’inizio di febbraio l’ultima conferenza stampa organizzata dalle associazioni dei consumatori sul “fenomeno” dei servizi TLC non richiesti dagli utenti (ma ugualmente fatturati). In quell’occasione, i difensori degli utenti avevano fatto il punto della situazione e stabilito le proposte da formulare all’ Authority delle Comunicazioni . Ieri è arrivata la risposta, sotto forma di provvedimento emanato dal Garante della Privacy .

Una nota pubblicata ieri dal Garante spiega infatti: “Il Garante per la privacy (…) interviene a tutela di utenti e abbonati telefonici con un provvedimento a carattere generale nel quale impone a gestori telefonici e agli altri operatori di comunicazione elettronica le regole da rispettare per evitare comportamenti illeciti e non andare incontro a sanzioni, anche di tipo penale”.

Segnalazioni e reclami sull’attivazione indebita di servizi erogati da aziende TLC sono infatti pervenuti anche al Garante, che ha toccato con mano la consistenza del problema, rilevando casi eclatanti di applicazione di “prassi vietate”. Tra cui spicca, ad esempio, “l’attivazione, a nome di un cliente ignaro, che aveva chiesto una sola scheda, di altre schede telefoniche (anche centinaia)”.

E i risvolti, per l’utenza vittima di questi episodi, non sono sgradevoli solamente dal punto di vista economico: “In alcuni casi si è verificato che coloro ai quali sono state falsamente intestate le schede si siano trovati comunque coinvolti in indagini penali. Le schede risultano attivate utilizzando dati anagrafici presi da un documento di identità fornito dagli interessati al momento della richiesta. A volte le attivazioni multiple delle schede sono collegate a veri e propri piani di incentivazione per i rivenditori organizzati dagli operatori”.

Segnalazioni ricorrenti riguardano comunque l’attivazione indebita del servizio di selezione automatica dell’operatore o di altri servizi non richiesti, come la segreteria telefonica, tariffe telefoniche speciali, connessioni a banda larga. Gli interessati hanno spesso appreso di essere divenuti clienti di un nuovo operatore solo al momento della ricezione della prima comunicazione dell’operatore stesso o della prima bolletta.

Sulla scorta di questa nutrita casistica, il Garante ha quindi emanato un provvedimento finalizzato a fornire precise prescrizioni in merito. Eccole:

“Attivazioni multiple di schede.
Gli operatori telefonici mettano in atto procedure per rilevare tempestivamente intestazioni multiple di schede ad una medesima persona: quando le intestazioni siano superiori a 4 (per le persone fisiche) e a 7 utenze (per le società) l’operatore dovrà chiedere espressa conferma all’intestatario.

Attivazione di servizi non richiesti.
Non si possono attivare servizi senza espressa volontà degli interessati. Le persone vanno contattate solo se hanno manifestato un preventivo consenso a ricevere chiamate e comunicazioni promozionali. Gli addetti ai call center dovranno spiegare agli interessati da dove sono stati estratti i dati personali che li riguardano. Deve essere, inoltre, immediatamente registrata e rispettata la volontà di non ricevere il servizio e la eventuale contrarietà all’uso dei dati.

Identificabilità dell’incaricato.
Operatori telefonici, di comunicazione elettronica e call center dovranno controllare, anche a campione, l’attività di rivenditori e incaricati, anche allo scopo di rintracciare immediatamente chi materialmente abbia effettuato l’attivazione indebita”.

Giuseppe Fortunato, componente del Garante e relatore del provvedimento, ha commentato: “Il provvedimento dell’Autorità consente di tutelare le persone sotto tre aspetti: garantisce finalmente alle vittime di prassi illecite interventi immediati a loro tutela, impone comportamenti trasparenti agli operatori telefonici e attribuisce alle persone il diritto di opporsi immediatamente ad un uso indebito dei loro dati personali. Oggi il cittadino può dire stop alle chiamate sgradite e chi non rispetta tale volontà è sanzionato penalmente”.

L’iniziativa del Garante trova il gradimento delle associazioni dei consumatori, che si sono espresse immediatamente in merito. Di seguito i loro commenti.


L’ Adiconsum , per bocca del segretario generale Paolo Landi, afferma: “Non posso che esprimere un grande apprezzamento al Garante della privacy per la presa di posizione contro tutti i servizi telefonici che vengono attivati senza alcuna richiesta dell’interessato. Non siamo più ai disservizi, ma a politiche commerciali aggressive illegali che mettono in grave disagio giovani e anziani e che comportano il più delle volte esborsi rilevanti del tutto ingiustificati”.

Adiconsum aggiunge però una critica, rivolta all’Agcom, da cui i consumatori si attendevano una più pronta reazione. L’Authority per le Comunicazioni, infatti, risulta ancora intenta a studiare il fenomeno, nel momento in cui il Garante per la Privacy prende posizione: “Vogliamo auspicare – continua Landi – che l’Autorità preposta al settore della telefonia prenda adeguati provvedimenti e, così come furono sanzionati a suo tempo gli OLO per i numeri a valore aggiunto, sanzioni tutti quegli operatori, a partire da Telecom , che hanno fatto degli addebiti in bolletta per servizi non richiesti una politica commerciale: sono difatti centinaia e centinaia le persone che si rivolgono alle sedi Adiconsum per avere ricevuto un modem senza avere un computer o che ricevono lettere di felicitazioni per abbonamenti mai richiesti!”

Per il Movimento Consumatori parla Roberto Barbieri: “Questo intervento a tutela degli utenti e degli abbonati telefonici rafforza una prescrizione contenuta nel Codice del Consumo (prescrizione a norma di legge sul divieto di fornire servizi non richiesti) e rappresenta un ulteriore passo in avanti per la tutela dei consumatori nel campo della telefonia, dove il problema è particolarmente sentito dagli utenti sempre più spesso costretti a pagare servizi attivati arbitrariamente dalle compagnie telefoniche”.

Allineate alle posizioni di Adiconsum anche Federconsumatori e Adusbef : “Si tratta di una importante decisione che finalmente “impegna gli operatori” a mettere in atto concrete iniziative a tutela dei consumatori. Dinanzi alla decisione del Garante per la Privacy contrasta ancor di più l’atteggiamento “morbido ed attendista” mostrato finora dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nel garantire la tutela dei diritti dei consumatori”.

Non è da meno il Movimento Difesa del Cittadino che definisce il provvedimento “una delle prime vere risposte concrete delle Autorità garanti a un problema divenuto ormai insostenibile”. Nelle parole del presidente Antonio Longo c’è poi una promessa: “Ci aspettiamo ora un adeguamento immediato da parte di Telecom e degli altri operatori di telefonia. In caso contrario utilizzeremo il provvedimento reso noto oggi dal Garante per la privacy come strumento per tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti”.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
28 feb 2006
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