BEUC (Bureau Européen des Unions de Consommateurs), l’ufficio europeo che rappresenta le associazioni dei consumatori, ha formalmente sporto una denuncia contro SHEIN per quelli che sono ritenuti i suoi dark pattern. Si tratta di pratiche ingannevoli attuate per spingere i clienti ad acquistare un gran numero di prodotti, più di quanto preventivato visitando il marketplace.
Fast fashion e dark pattern: il caso SHEIN
Se la sponsorizzazione degli articoli venduti è di per sé legittima, in Europa non lo è se la si effettua con modalità in violazione di una direttiva sul tema (Unfair Commercial Practices Directive). Poco importa se il sito è tra le realtà più importanti del panorama fast fashion e ha sede in Cina.
Queste pratiche sono ritenute dannose sia per i consumatori, dal punto di vista finanziario, sia per l’ambiente, a causa della produzione e del successivo scarto di materiale tessile, senza dimenticare i lavoratori impegnati nella realizzazione, spesso sottoposti a condizioni di sfruttamento ed esposti a sostanze chimiche nocive.
La denuncia a SHEIN per i suoi dark pattern è stata presentata da BEUC nella giornata di oggi, 5 giugno 2025, in coordinamento con 25 membri distribuiti in 21 paesi. Per l’Italia c’è Altroconsumo.
Le pratiche ingannevoli contestate
Quali sono le pratiche ingannevoli sulle quali è stata posta la lente d’ingrandimento? Come già scritto, quelle che spingono il cliente a un acquisto quasi compulsivo. Talvolta accade citando la scarsa disponibilità a magazzino (Solo *** rimasti
) oppure un affare temporaneo (Vendita flash
), come mostrato dallo screenshot qui sotto. Lo abbiamo appena acquisito dalla homepage del marketplace.
Ci sono poi i messaggi che fermano il visitatore quando sta per abbandonare il sito, sottoponendo forzatamente alla sua attenzione ulteriori promozioni (Hai diritto alle promozioni, sei sicuro di voler uscire?
). Accade sia sull’interfaccia Web che all’interno dell’applicazione mobile.
BEUC e le altre associazioni coinvolte chiedono dunque alla Commissione europea e alle autorità europee per la tutela dei consumatori di imporre a SHEIN l’interruzione di tali pratiche. E, per quanto riguarda le offerte legate a una scarsa disponibilità dei prodotti, che ne sia dimostrata l’autenticità.
La causa si aggiunge a quella recente avviata a febbraio dal Consumer Protection Cooperation Network e giunta a rilevare diverse violazioni.
Aggiornamento: statement ufficiale
Abbiamo ricevuto in redazione lo statement ufficiale di SHEIN in merito alla questione. Lo riportiamo di seguito.
Sarebbe un valore aggiunto per i consumatori europei se il BEUC accettasse di incontrarci per avere l’opportunità di spiegare le nostre operazioni e affrontare eventuali preoccupazioni in modo aperto e trasparente. Sfortunatamente, hanno scelto di rifiutare ciascuna delle nostre numerose richieste di incontro negli ultimi anni.
Stiamo già lavorando in modo costruttivo con le autorità nazionali dei consumatori e la Commissione UE per dimostrare il nostro impegno a rispettare le leggi e i regolamenti europei, e continuiamo a impegnarci in questo processo per affrontare qualsiasi preoccupazione. Saremmo felici di coinvolgere in modo simile il BEUC qualora decidessero di accettare la nostra richiesta di incontro.
Questa mancanza di disponibilità al dialogo è estremamente deludente, in particolare alla luce della crescente popolarità di SHEIN tra i consumatori europei, che apprezzano il valore, la scelta e l’affordabilità che offriamo in un momento di crescente attenzione alle spese familiari.