SIAE: non facciamo prigionieri

SIAE: non facciamo prigionieri

In un comunicato la Società Italiana Autori ed Editori chiarisce che non ha niente a che vedere con blocchi e virus. Il marchio vittima di un classico caso di malware per riscatto
In un comunicato la Società Italiana Autori ed Editori chiarisce che non ha niente a che vedere con blocchi e virus. Il marchio vittima di un classico caso di malware per riscatto

Circola, stando a quanto riportato da SIAE in un comunicato, un virus che “blocca” i PC degli utenti e offre una via di uscita in cambio di denaro: lo fa sfruttando il nome e il marchio della collecting society italiana. Che, ovviamente, rifiuta ogni accostamento a questo tipo di pratica.

“Stanno arrivando al centralino della SIAE telefonate da più parti d’Italia che segnalano la circolazione in rete di un virus che blocca i computer e fa apparire un avviso con una richiesta di pagamento da parte della SIAE, con tanto di logo – informa il comunicato diffuso questo pomeriggio – Mai e in nessun modo la SIAE utilizza o potrebbe utilizzare sistemi di blocco dei computer degli utenti per fare richieste di pagamento”.

In gergo, questo tipo di malware viene definito ransomware o scareware : il termine inglese ransom significa riscatto, riscatto che appunto viene richiesto per “liberare” il PC infetto. Nel caso dello scareware, in cui scare sta per paura, di solito invece si suggerisce al malcapitato che una infezione sia in corso per convincerlo a pagare per uno strumento che curi il proprio computer. In entrambi i casi di solito non vengono causati danni reali al PC infetto : a volte si tratta solo di banner, sedicenti messaggi di sistema o pubblicitari, che sono atti unicamente a estorcere denaro. Non è da escludere, comunque, che possano anche venire carpite informazioni personali nel corso dell’infezione.

Pare che questa volta i malintenzionati abbiano voluto sfruttare il marchio e la fama di SIAE per perpetrare i propri ricatti: “Per contrastare l’ulteriore diffusione del virus sono state allertate le forze dell’ordine competenti” conclude il comunicato. Difficile che questo possa bastare: sempre meglio avere un buon antivirus a bordo e badare a cosa si clicca per evitare queste spiacevoli situazioni. ( L.A. )

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
16 mag 2012
Link copiato negli appunti