Sir Paul: voglio la mia musica su iTunes

Sir Paul: voglio la mia musica su iTunes

McCartney si scaglia contro EMI giudicandone severamente l'atteggiamento definito reticente. Lo sbarco dei Fab4 sulla piattaforma Apple resta una chimera
McCartney si scaglia contro EMI giudicandone severamente l'atteggiamento definito reticente. Lo sbarco dei Fab4 sulla piattaforma Apple resta una chimera

Durante la loro breve ma incredibile carriera i Beatles hanno suonato praticamente ovunque, dagli ambigui locali di Amburgo della prima ora ai palchi digitali del ventunesimo secolo: quelli che decine di milioni di persone si portano dietro nella tasca dei jeans, quell’iPod che ha segnato il risveglio dal torpore di Apple ormai quasi dieci anni fa. Il problema è che, almeno da punto di vista legale, i Fab Four non potrebbero suonare sul player di Cupertino a causa dell’indisponibilità di EMI, che ancora detiene i diritti di gran parte dei lavori di Lennon e compagni, a concederne la distribuzione via iTunes, l’unico canale ufficiale attraverso cui riempire il proprio iPod.

Nonostante le trattative per rendere possibile l’ascolto legale dei Beatles su iPod, EMI continua a nicchiare e stavolta è stato direttamente Sir Paul McCartney, ex vocalist e bassista della band di Liverpool, a commentare la vicenda, precisando che la situazione attuale non dipenderebbe da lui o da Apple, ma esclusivamente da “battibecchi politici”.

EMI mantiene invece un profilo basso, limitandosi a confermare l’esistenza delle trattative e che, almeno in linea teorica, non potrebbe che essere positivo distribuire la musica dei Beatles anche sul mercato digitale.

Probabile che EMI voglia evitare di ripetere la figuraccia fatta con i Pink Floyd dopo la messa in vendita degli album di Waters e Gilmour sulla piattaforma di Apple: in quel caso vi era in essere un contratto tra la major e gli ex componenti del gruppo per non spacchettare gli album in singoli brani, come è stato fatto invece per venire incontro alla prassi di iTunes dove la musica si paga “a peso”.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
18 mag 2010
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