Siti doppelganger, prendi i dati e scappa

Siti doppelganger, prendi i dati e scappa

Una società di sicurezza mette in guardia dai rischi connessi con l'abuso del buon nome delle società più importanti del mondo. Basta un carattere sbagliato e un malintenzionato può raccogliere miniere di dati
Una società di sicurezza mette in guardia dai rischi connessi con l'abuso del buon nome delle società più importanti del mondo. Basta un carattere sbagliato e un malintenzionato può raccogliere miniere di dati

Gli esperti di sicurezza li definiscono “siti doppelganger”, e sono un rischio per la sicurezza dei dati degli utenti di cui ancora si sottovaluta l’enorme portata. Fa nuova luce sul fenomeno la security enterprise Godai Group , che in suo studio rivela di aver raccolto la bellezza di 20 Gigabyte di informazioni sensibili limitandosi a gestire siti “doppioni” in qualche modo riconducibili alle 500 più importanti società del mondo.

Il gemello maligno di un sito ordinario nasce dall’immissione incorretta dell’indirizzo URL nel browser: l’indirizzo è sbagliato (magari solo per un carattere sostituito o mancato) ma somigliante a quello del sito che si voleva raggiungere, per cui l’utente viene tratto in inganno ed è portato a fornire volentieri le proprie informazioni se la grafica e le funzionalità “sembrano” quelle del sito originale.

Lo studio di Godai Group rivela che ben 151 membri della lista esclusiva “Fortune 500” sono suscettibili al rischio di avere dei doppioni , e grazie a questo rischio innato la società è riuscita a collezionare – su un periodo temporale di sei mesi – centinaia di migliaia di email contenenti riferimenti a segreti industriali, fatture commerciali, informazioni personali sugli impiegati, diagrammi di rete, username e password e via elencando.

In seguito all’analisi dei dati Godai Group ha cancellato le email raccolte “senza far nulla”, ma il fenomeno dei doppelganger malevoli è tutto fuorché teorico: la società dice di aver scovato (attraverso le informazioni di registrazione del servizio WHOIS) numerosi domini clonati appartenenti alle aziende della lista Fortune 500, molti dei quali registrati in Cina e già associati ad attività di diffusione malware e phishing.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
13 set 2011
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