Washington (USA) – Non è ancora conclusa l’odissea di Dmitry Sklyarov, il 27enne programmatore russo accusato, insieme all’azienda russa per cui lavorava, di aver cospirato per violare la legge americana sul copyright.
Il tribunale che lo giudica, e che lo ha rilasciato dopo 21 giorni di cella con una cauzione da 50mila dollari, ha stabilito che la prossima udienza del processo si terrà il 15 aprile del 2002. Un posticipo richiesto proprio dalla difesa di Sklyarov, che ha chiesto più tempo per poter adeguatamente tradurre una serie di documenti dal russo all’inglese e consentire dunque al programmatore di affrontare più serenamente il processo.
Sklyarov è l’autore di un sistema, “Advanced eBook Processor”, capace tra le varie cose anche di bypassare le protezioni di copyright poste da Adobe sugli eBook realizzati con le proprie tecnologie. Il programmatore è accusato di aver tentato la commercializzazione del proprio software all’interno degli Stati Uniti, contravvenendo così alle disposizioni del Digital Millennium Copyright Act (DMCA), la recente legge che ha consentito ai produttori di scatenare una vera e propria crociata antipirateria, spesso attuata in modo violento ed esagerato. E della cosa si era resa conto la stessa Adobe che, dopo le numerosissime proteste per l’arresto di Sklyarov, aveva ritirato le proprie denunce. Ma era troppo tardi, perché il programmatore è accusato dalle autorità federali americane e, pur essendo un cittadino russo, ora rischia di rimanere decenni nelle carceri statunitensi.
I prossimi incontri tra gli avvocati del Dipartimento di Giustizia e i legali di Sklyarov avverranno a ridosso del processo per verificare la possibilità di individuare strade extragiudiziali di accordo. Come noto, il programmatore russo rischia addirittura 25 anni di carcere se venisse riconosciuto colpevole di tutti i capi di imputazione e non venissero concesse attenuanti.
Come si ricorderà, inoltre, il suo caso aveva sollevato nei mesi scorsi alcune frizioni tra il mondo IT russo e quello americano, come sottolineato dal ministro degli Esteri russo che aveva parlato di viaggi a rischio per gli smanettoni russi che si recano negli USA.