Snapchat, denuncia per contenuti troppo espliciti

Snapchat, denuncia per contenuti troppo espliciti

La madre di un adolescente statunitense porta in tribunale Snapchat per la distribuzione di contenuti inappropriati, gestiti da terzi
La madre di un adolescente statunitense porta in tribunale Snapchat per la distribuzione di contenuti inappropriati, gestiti da terzi

Snapchat, il servizio di messaggistica istantanea conosciuto per le funzionalità, che permettono all’utente di autodistruggere i messaggi, le immagini e i video inviati dopo un certo lasso di tempo, ma anche noto per essere canale di scambio di contenuti compromettenti, è stato portato in tribunale da un giovane utente e da sua madre.

Secondo quanto scritto nei documenti legali , la madre del quattordicenne ha deciso di mobilitarsi dopo che il giovane si è imbattuto, inavvertitamente, in alcuni contenuti destinati ad un pubblico maturo nella sezione Discover , fra cui delle immagini a sfondo sessuale che vedevano coinvolti alcuni personaggi Disney.
La sezione, inserita nel 2015 e che non coinvolge direttamente gli sviluppatori, ospita di siti come Buzzfeed, MTV, Cosmopolitan e Vice, senza avvertire l’utente della loro natura esplicita .

Secondo le parole degli avvocati, il programma “Espone intenzionalmente i minori a contenuti dannosi, offensivi, lascivi e sessualmente offensivi, senza avvertire i minori o i loro genitori che verranno esposti a questo genere di contenuti espliciti”. Mostrando i suddetti contenuti, Snapchat verrebbe meno a quanto stabilito nella sezione 230 del Communications Decency Act statunitense, che obbliga i servizi online a limitare l’accesso e la distribuzione di questo tipo di contenuti. Gli avvocati hanno chiesto, oltre ad un risarcimento finanziario, di inserire nel programma soluzioni di parental control.

Il portavoce di Snapchat ha pubblicamente chiesto scusa alle persone coinvolte, dichiarando inoltre che i partner che collaborano nella sezione Discover sono completamente indipendenti rispetto ai contenuti pubblicati.

Nelle pagine dell’ App Store e del Play Store relativa all’applicazione viene specificato che è adatta all’uso con la supervisione dei genitori, che l’età minima consigliata è 12 anni e che i contenuti adatti ad un pubblico adulto sono rari o moderati. Inoltre, secondo le statistiche , l’applicazione è usata per il 23 per cento da utenti che vanno dai 13 ai 17 anni.

Pasquale De Rose

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Pubblicato il
13 lug 2016
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