SOPA, il grande silenzio del web

SOPA, il grande silenzio del web

Si allarga la lista dei nemici del famigerato disegno di legge anti-pirateria. Da Wikipedia a Reddit, da Mozilla a Google. Mentre Anonymous minaccia ritorsioni contro Sony, la MPAA conferma l'eliminazione delle misure di blocco dei pirati
Si allarga la lista dei nemici del famigerato disegno di legge anti-pirateria. Da Wikipedia a Reddit, da Mozilla a Google. Mentre Anonymous minaccia ritorsioni contro Sony, la MPAA conferma l'eliminazione delle misure di blocco dei pirati

È il giorno della rivolta, il giorno dell’oscurità virtuale per protestare contro il famigerato Stop Online Piracy Act (SOPA). Come annunciato , la popolare enciclopedia libera Wikipedia ha silenziato milioni di voci in lingua inglese : “Per 24 ore, per ridestare le coscienze, abbiamo bloccato Wikipedia”. Alla fine del messaggio , tre pulsanti social per la condivisione della ribellione su Facebook, Twitter e Google Plus.

La lista dei nemici di SOPA è ormai corposa. Da Wikipedia a Mozilla, dal sito di social news Reddit alla piattaforma di blogging WordPress . Un post apparso sul blog ufficiale di Google ha spiegato i motivi alla base della scomparsa del tradizionale logo in homepage. Seguita da una petizione web dal titolo “fine della pirateria, non della libertà”. Libertà minacciate gravemente dalle previsioni anti-pirateria al vaglio del Congresso a stelle e strisce.

Al coro dei ribelli si è unito anche il colosso Microsoft, sulla scia di quanto dichiarato dall’Amministrazione Obama in una nota dalla Casa Bianca. La lotta alla condivisione illecita dei contenuti andrebbe certamente inasprita, ma non a scapito di certe libertà fondamentali dei netizen o addirittura dell’intima natura delle infrastrutture di Rete. BigM vorrebbe perciò che fossero rivisti determinati aspetti di SOPA.

La Motion Picture Association of America (MPAA) ha però confermato l’eliminazione delle misure di blocco dei siti a mezzo DNS. Che verranno estromesse da SOPA con il benestare dei senatori promotori Lamar Smith e Patrick Leahy. Una concessione che non sembra riuscita a placare gli animi più infiammati . Il celebre collettivo hacker Anonymous ha minacciato Sony Music per il suo coinvolgimento diretto nel disegno di legge .

Ma la protesta non ha dilagato solo sul web. Gli attivisti per i diritti digitali hanno infatti in programma manifestazioni a New York, Seattle e San Francisco . Mentre il senatore Lamar Smith ha ipotizzato un vigoroso restyling del testo legislativo entro il prossimo febbraio. Resta da capire se questo giorno di blackout abbia portato consiglio al congressman a stelle e strisce.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 18 gen 2012
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