Spam telefonico? Vincono i cattivi

Spam telefonico? Vincono i cattivi

di Gilberto Mondi - Il Garante ha bloccato il giro di database ricolmi di dati personali non autorizzati. Ma le chiamate continuano ad arrivare. La guerra è iniziata tardi e no, i buoni non vinceranno
di Gilberto Mondi - Il Garante ha bloccato il giro di database ricolmi di dati personali non autorizzati. Ma le chiamate continuano ad arrivare. La guerra è iniziata tardi e no, i buoni non vinceranno

Roma – “Famiglia Delfini?” “La signora Pesce?” Può sembrare una battuta ma è proprio così che a distanza di un solo giorno l’una dall’altra due telefoniste hanno esordito chiamandomi sul mio numero di casa. Su un numero telefonico per il quale non solo non ho autorizzato alcun utilizzo pubblicitario ma che è anche escluso dagli elenchi perché intendo mantenerlo riservato. Non ho idea di cosa volessero vendere, ma se il database illegale con i miei dati che è stato utilizzato ieri e l’altro ieri è lo stesso di quello usato fino al mese scorso, allora volevano propinarmi un contratto ADSL, oppure vendermi surgelati.

foto di Mike Price - Fotolia.com Le due chiamate mi hanno colpito perché arrivano a ridosso di una clamorosa decisione del Garante della Privacy, quella con cui sono state bloccate società che utilizzavano per simili finalità dati dei cittadini senza il loro consenso preventivo. Chi si fosse illuso che quella decisione avrebbe fermato lo spam telefonico ora può ricredersi: lo spam continuerà. Chi abusa dei dati degli utenti, infatti, pare non abbia preso nota del provvedimento del Garante, o forse i margini di profitto sono tali che le decisioni di un’Authority come quella finiscono per essere del tutto irrilevanti.

Ma non è questo il solo problema.

In circolazione presso i call center di mezza Italia, quelli dove l’ outbound la fa da padrone, dove si intasano le linee degli italiani con profferte commerciali, non ci sono solo i dati recenti degli italiani, ci sono anche numeri antichi, come quelli che hanno cambiato intestatario .

Nel mio caso, la signora Pesce o la famiglia Delfini non nuotano più sul mio numero di telefono da almeno tre anni, da quando cioè ho aperto questa linea. Con la sua decisione dei giorni scorsi, che arriva con grande ritardo rispetto agli abusi subiti dagli italiani, il Garante ha dunque bloccato solo una piccola parte della fonte di illecito, i dati continuano a girare, e ci sono database illeciti di numeri che circolano da anni .

In più, l’assonanza dei due nomi usati dai due operatori in due chiamate diverse, nomi peraltro già sentiti in situazioni analoghe, può dare adito a dubbi ancora più gravi, può indurre a ritenere che si tratti di una sottile strategia: l’operatore chiama asserendo di cercare questo o quel pesce, così da farti credere che ha solo sbagliato numero , per indurti a ritenere che sia lui o lei a perdere tempo, non tu. E in effetti, se ci parli più di dieci secondi, lui o lei non ha alcun interesse a parlare proprio con i delfini ma solo a vendere quello che deve vendere a chiunque abbia in mano la cornetta e lo/la stia ad ascoltare. Tutto il resto è secondario. Il fatto che l’utente tartassato dalla telefonata illecita pensi che l’operatore abbia sbagliato numero riduce il grado di irritazione dell’utente stesso, e dunque le probabilità che alla chiamata illegale segua una delle rarissime denunce presentate per casi come questo. Il tutto condito dal fatto che questi operatori di call center, quelli ad esempio che rivendono contratti ADSL, nonostante la normativa lo vieti continuano a mascherare le proprie identità: ti danno un nome fasullo spacciandosi per dipendenti di compagnie telefoniche, quando invece non sono che la cavalleria sottopagata di imprese di tutt’altro tipo che in un modo o nell’altro hanno ottenuto una commessa.

Ora si tratta di decidere cosa fare. Sono infinite le occasioni in cui su Punto Informatico si è denunciata la deriva irresponsabile di molti call center italiani, in cui gli stessi dipendenti hanno raccontato la propria verità, in cui gli utenti molestati ne hanno voluto parlare. Allo stesso modo si è seguita passo passo l’evoluzione della normativa e i rari tentativi, peraltro vani, di disciplinare il marasma italiota in cui si è tutti precipitati col teleselling . Pare che il solo fatto di poter tecnicamente telefonare a chiunque abbia scatenato una psicosi: da un lato imprese spesso senza scrupoli che cavalcano una tecnologia vecchia con hardware e software modernissimi, dall’altro utenti che si ostinano ad aprire linee telefoniche rendendosi così potenziali bersagli. E in mezzo taluni operatori di telefonia che lucrano sia su quella parte di spam che colpisce il portafoglio del cittadino sia sui servizi venduti ai call center, con i quali questi ultimi spesso si trovano a rivendere i loro contratti telefonici. A guardare il tutto dall’alto, con una smorfia di apparente disgusto, il Garante, un’Autorità che proprio come le altre Authority italiane dispone di mezzi di indagine e dissuasione talmente light da poter tutt’al più vincere una battaglia in una guerra contro il teleselling che è stata persa anni or sono.

Se il Garante avesse potuto comminare sanzioni vere alle aziende che hanno lucrato illecitamente sui dati dei cittadini, sono convinto che qualcuno avrebbe cercato ugualmente la signora Pesce a casa mia. Ma è possibile che nessuno avrebbe invece chiamato chiedendo dei Delfini. Il fatto che le Autorità italiane non dispongano di veri mezzi di interdizione getta un’ombra sinistra su tutto il sistema, quasi che i limiti imposti alla loro azione siano necessari a garantire il fiorire di attività illecite e abusive. Ma non sono che illazioni, le ragioni sono sicuramente altre, tutte molto rilevanti e tutte indiscutibili. Un giorno, ne sono sicuro, tutti le conosceremo.

Gilberto Mondi

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Pubblicato il
9 set 2008
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