Street View, accordo in Connecticut

Street View, accordo in Connecticut

Google ammette di aver ottenuto dati privati. Ribadisce la non volontarietà e le scuse. Evitato il processo
Google ammette di aver ottenuto dati privati. Ribadisce la non volontarietà e le scuse. Evitato il processo

Google ha raggiunto un accordo con le istituzioni del Connecticut: al via negoziati per evitare un processo e permettere al contempo alle autorità competenti l’accesso ai dati raccolti con le macchine di Street View e potenzialmente prova di una violazione di privacy da parte di Mountain View.

L’ex procuratore generale del Connecticut Richard Blumenthal ( nel frattempo diventato Senatore dello Stato) aveva chiesto a Google (prima in maniera informale , poi tramite citazione in giudizio ) di consegnare i dati raccolti dalla macchine di Street View per valutarne eventuali violazioni delle leggi in materia di privacy.

I dati raccolti a strascico dalle Google car impegnate nella mappatura di reti WiFi aperte e di strade e case per il servizio Street View è finito nel mirino di diverse autorità tra cui paesi europei (con la Germania in testa), Corea del Sud, Canada e 30 procuratori generali statunitensi guidati da quello del Connecticut. Tutti preoccupati delle violazioni più o meno volontarie perpetrate da Mountain View. E dei dati di cittadini privati in questo modo finiti in suo possesso. Ad ottobre, intanto, sempre negli Stati Uniti si era chiusa l’indagine FTC aperta per lo stesso motivo, con la Commissione ritenutasi soddisfatta della promessa da parte di Google di adottare nuove misure per difendere la privacy dei cittadini.

Nel caso dell’azione avanzata dalle autorità del Connecticut, in un primo momento Google aveva chiesto ad un giudice di respingere la denuncia in quanto non vi era alcuna violazione di legge: “Non è illegale – si legge nei documenti difensivi di Mountain View – ai sensi della legge ricevere informazioni da reti che sono configurate in modo che le comunicazioni fatte su di loro siano facilmente accessibili al grande pubblico”.

Con l’ accordo ora raggiunto Google ammette di avere ottenuto tramite le macchine utilizzate per il servizio Street View dati privati (stralci più o meno completi di email, ma anche indirizzi navigati e password e altre informazioni riservate) e li ha passati alle autorità che li visioneranno prima che vengano distrutti come Mountain View dichiara di voler fare da tempo.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
31 gen 2011
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