Tecnospazzatura, l'Italia ricicla

Tecnospazzatura, l'Italia ricicla

L'Agenzia delle Entrate passa ad enti e istituzioni i PC ormai inutili. In attesa che entri in vigore il decreto che scaricherà dalle spalle del consumatore l'onere della gestione dei rifiuti elettronici
L'Agenzia delle Entrate passa ad enti e istituzioni i PC ormai inutili. In attesa che entri in vigore il decreto che scaricherà dalle spalle del consumatore l'onere della gestione dei rifiuti elettronici

Apparecchi inutilizzati dall’Agenzia delle Entrate, ma ancora utili per procedure informatiche meno complesse, vedranno allontanarsi la fine dei propri giorni, prestando servizio presso altri enti.

890 PC e 264 stampanti provenienti dalle direzioni regionali della Calabria e della Toscana si andranno ad aggiungere al migliaio di PC e al centinaio di stampanti provenienti dalla direzione centrale e da quella ligure. Verranno destinati agli istituti scolastici pubblici, agli organismi pubblici come i Comuni e alle organizzazioni non profit.

Curiosità: se un soggetto rientrante nelle categorie sopraelencate intende fare domanda per uno di tali apparecchi, potrà inviarla esclusivamente tramite PEC (utilizzando anche una casella intestata ad un soggetto diverso dal richiedente). E in caso di parità di graduatoria sarà l’estrazione del Lotto a designare il vincitore.

L’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate rappresenta una delle strade perseguibili per arginare il problema dell’e-waste (dato in crescita del 5 per cento all’anno , 3 volte di più dei rifiuti ordinari) e il riuso è stato adottato come modello di sostenibilità anche da parte di enti privati, come Binario Etico a Roma e protagonista di iniziative di sensibilizzazione.

I rifiuti elettronici sono peraltro oggetto di un decreto di prossima attuazione: secondo le nuove disposizioni messe a punto dal Ministero dell’Ambiente, chi acquista un nuovo apparecchio può lasciare al negoziante il vecchio evitando al consumatore di avviarsi alle isole ecologiche messe (teoricamente) a disposizione (non sempre gratuitamente) dai Comuni, passando l’onere di gestire i rifiuti elettronici ingombranti e tossici di fatto al rivenditore. Una disposizione affiancata all’obbligo per le aziende produttrici di organizzare e gestire un sistema per il riciclo dei prodotti immessi nel mercato e giunti a fine vita.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
14 mag 2010
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