Telegram: blocco revocato in Brasile

Telegram: blocco revocato in Brasile

Telegram ha eseguito gli ordini del giudice in Brasile , cancellando contenuti falsi e chiudendo vari account, quindi il blocco è stato revocato.
Telegram: blocco revocato in Brasile
Telegram ha eseguito gli ordini del giudice in Brasile , cancellando contenuti falsi e chiudendo vari account, quindi il blocco è stato revocato.

Il giudice Alexandre de Moraes della Corte Suprema del Brasile ha revocato il blocco di Telegram, in quanto l’azienda ha eseguito quanto ordinato venerdì scorso. Il CEO Pavel Durov aveva spiegato che le richieste non erano state rispettate perché la Corte ha inviato le comunicazioni all’indirizzo email sbagliato.

Telegram promette novità contro le fake news

La Corte Suprema aveva chiesto il blocco di Telegram entro 24 ore. In realtà non è mai avvenuto dato che gli operatori telefonici, Apple e Google avevano cinque giorni di tempo per rispettare l’ordine. L’azienda guidata da Pavel Durov aveva ignorato le decisioni del giudice per un problema di comunicazione (le richieste erano state inviate all’indirizzo email sbagliato).

Nel weekend sono state soddisfatte tutte le richieste, tra cui la cancellazione di informazioni classificate condivise dal Presidente del Brasile Jair Bolsonaro e la chiusura degli account di Allan dos Santos, attivista e supporter di Bolsonaro, accusato di diffondere fake news.

Telegram ha anche promesso altri importanti cambiamenti per combattere la disinformazione in aumento sulla piattaforma e correlata alle elezioni presidenziali che si terranno nel mese di ottobre. Verranno aggiunte specifiche etichette per evidenziare i messaggi falsi e indicare fonti di informazioni affidabili. L’azienda monitorerà inoltre i 100 canali più popolari in Brasile.

Telegram è il mezzo di comunicazione preferito di Bolsonaro (oltre 1,1 milioni di follower). Il giudice Alexandre de Moraes è invece un acerrimo nemico del Presidente, avendo avviato diversi indagini a suo carico. Bolsonaro ha affermato che il ban era inaccettabile, promettendo l’avvio di uno scontro in tribunale.

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Pubblicato il
21 mar 2022
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