Tesla ha raggiunto un accordo con le autorità di Shangai per aprire uno stabilimento produttivo in loco .
I dettagli dell’accordo rimangono ancora riservati , tuttavia persone a conoscenza dei fatti riferiscono che si tratterà di un impianto di produzione di totale proprietà di Tesla.
Per la società di Elon Musk, che continua la ricerca anche sul fronte dell’automazione (da ultimo l’ aggiornamento che permette un sistema di emergenza di frenata automatica per il suo Autopilot 2.5), si tratta di una scelta che segue il filone delle altre grandi multinazionali della Silicon Valley che per la produzione dei loro dispositivi elettronici si appoggiano al Paese che ha un livello di tassazione più bassa e – soprattutto – più basso costo del lavoro: fattori che contribuiranno a diminuire i costi di produzione e di conseguenza il prezzo dei veicoli offerti.
Oltre a tali vantaggi, Tesla dovrebbe ottenere condizioni favorevoli dal governo locale per la distribuzione dei suoi veicoli: sembra trattarsi del primo accordo di questo tipo per un’azienda straniera che dalla zona di commercio libero di Shangai dovrebbe comunque subire la tassa del 25 per cento sulle importazioni prevista da Pechino (come fossero prodotte e importate dall’estero), ma che godrebbe comunque di un canale privilegiato per approdare sul mercato cinese .
Già a Giugno Tesla aveva confermato di star lavorando con Shangai per stabilire una fabbrica nella regione, proprio per l’ interesse nei confronti del mercato cinese , dove già nel 2016 ha visto triplicare le sue vendite, fino a raggiungere il miliardo di dollari di fatturato, nonostante un prezzo di base che è circa il 50 per cento maggiore di quello applicato negli Stati Uniti a causa dei citati costi alle importazioni dagli States e di trasporto.
Pechino, d’altra parte, sta cercando di adottare diverse misure per agevolare lo sviluppo del mercato delle auto elettriche che secondo i programmi governativi locali dovranno rappresentare una porzione consistente delle auto in circolazione nel Paese nel prossimo futuro.
Claudio Tamburrino