Tesla lancia i robotaxi ad Austin: 4,20$ a corsa, le domande aperte

Tesla lancia i robotaxi ad Austin: 4,20$ a corsa, le domande aperte

Tesla lancia i suoi primi robotaxi a guida autonoma ad Austin. La corsa costa 4,20 dollari e include ancora un supervisore umano a bordo.
Tesla lancia i robotaxi ad Austin: 4,20$ a corsa, le domande aperte
Tesla lancia i suoi primi robotaxi a guida autonoma ad Austin. La corsa costa 4,20 dollari e include ancora un supervisore umano a bordo.

Dopo un decennio di annunci, ritardi e promesse da marinaio, Tesla ha iniziato a offrire corse su Model Y senza conducente ad Austin. Il prezzo è di 4,20 dollari a corsa. È il primo vero test di Tesla sulla guida autonoma: solo telecamere e AI end-to-end, senza i costosi sensori lidar che usano concorrenti come Waymo. Un approccio che Musk sostiene da anni ma che finora non aveva mai potuto dimostrare su strada.

Tesla finalmente fa partire i robotaxi con la supervisione umana

Il servizio è partito domenica con inviti esclusivi a clienti selezionati, molti dei quali sono tra i sostenitori più incalliti di Tesla sui social media. La flotta iniziale conta circa 10 Model Y del 2025 che operano in una zona limitata di South Austin, dalle 6 del mattino a mezzanotte, tempo permettendo.

Ma c’è un dettaglio importante. Ogni robotaxi ha ancora un dipendente Tesla seduto sul posto passeggero come “safety monitor”. Non è chiaro che poteri abbia questo supervisore, ma la sua presenza dice molto su quanto Tesla sia realmente sicura della sua tecnologia.

Ed Niedermeyer, autore di un libro critico su Tesla, ha notato dei comportamenti strani. In un video ha ripreso un robotaxi frenare improvvisamente due volte senza motivo apparente, una volta al centro di un incrocio. Gli episodi sono avvenuti mentre passava vicino a veicoli della polizia parcheggiati ai lati della strada. Non è chiaro se sia un problema del software o una reazione eccessivamente prudente dei sensori.

La mancanza di trasparenza

Mentre i sostenitori di Tesla inondano X di video entusiastici, l’azienda fa di tutto per evitare la trasparenza. Ha cercato di bloccare le richieste di documenti pubblici sia di TechCrunch al Dipartimento dei Trasporti del Texas, sia di Reuters alla città di Austin.

La giustificazione ufficiale è che le informazioni richieste contengono “informazioni confidenziali, segreti commerciali e/o informazioni aziendali” scambiate con le autorità texane. Una strategia che contrasta con l’approccio più aperto di Waymo, che fornisce regolarmente dati dettagliati sulle sue operazioni.

Niente Cybercab per ora. Tesla usa Model Y normali equipaggiate con quella che Musk chiama la versione “non supervisionata” del software di guida autonoma. La telecamera interna resta spenta, a meno che il passeggero non la richieda o ci sia un’emergenza.

L’approccio è diverso dal solito. Aziende come Waymo e Cruise hanno fatto anni di test con tecnici a bordo prima di togliere ogni supervisione umana. Tesla invece salta direttamente al servizio commerciale, ma con un dipendente sempre presente.

Prime esperienze contrastanti

I primi passeggeri riportano esperienze miste. Mentre molti celebrano corse “molto fluide”, almeno un utente ha segnalato di aver avuto bisogno dell’intervento del team di supporto remoto di Tesla durante il viaggio. Non è chiaro cosa sia successo, ma dimostra che il sistema non è ancora perfetto.

Tesla incoraggia i passeggeri a documentare le loro esperienze, ma li avverte che l’accesso può essere sospeso se violano le regole o pubblicano contenuti che mostrano problemi del servizio. Un controllo dell’informazione che fa pensare.

Questo lancio rappresenta il momento della verità per Tesla. Dopo anni di promesse su robotaxi, finalmente c’è qualcosa di concreto da testare. L’approccio “solo telecamere” di Tesla è più economico di quello di Waymo, ma è anche più rischioso. Se funziona, Tesla avrà dimostrato che la guida autonoma può essere democratizzata. Se fallisce, le conseguenze per la reputazione dell’azienda potrebbero essere pesanti.

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Pubblicato il
23 giu 2025
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