THQ, bancarotta e smembramento

THQ, bancarotta e smembramento

Uno dei maggiori produttori videoludici statunitensi alza bandiera bianca, va in bancarotta e si vende alla concorrenza. Così termina una lunga storia dalle umili origini
Uno dei maggiori produttori videoludici statunitensi alza bandiera bianca, va in bancarotta e si vende alla concorrenza. Così termina una lunga storia dalle umili origini

Gennaio 2013 verrà probabilmente ricordato come il periodo dei fallimenti di alto profilo, nel business videoludico: dopo Atari ora tocca a THQ consegnare i libri al giudice, cedere gli asset più invitanti alla concorrenza e mandar via tutti i dipendenti con l’augurio di un domani migliore.

Confermando le indiscrezioni che cominciavano a fioccare sui social network, in queste ore il CEO e il presidente del publisher (Brian Farrell e Jason Rubin) hanno inviato una lettere di commiato a tutti i dipendenti.

La lettera è poi divenuta di pubblico dominio, assieme all’augurio personale del management che le esperienze maturate durante il periodo di permanenza in THQ permettano a chi non verrà riassorbito di trovare presto un nuovo lavoro in seno all’industria videoludica.

Una parte consistente degli oramai ex-impiegati di THQ dovrebbero a ogni modo avere il futuro garantito, se si dà una scorsa agli asset messi all’asta e a chi se li è aggiudicati : Relic Entertainment (sviluppatori di Company of Heroes) andrà a Sega per 26,6 milioni di dollari, THQ Montreal (al lavoro sugli inediti 1666 e Underdog) passerà a Ubisoft (2,5 milioni), Evolve (ancora un inedito di Turtle Rock Studios) andrà a Take-Two Interactive (10 milioni), Volition (Saints Row) e Metro (in attesa del sequel “Last Light”) a Koch Media per 22 e 5 milioni, Homefront a Crytek (544mila dollari), South Park ancora a Ubisoft per 3 milioni.

Un altro boccone prelibato, vale a dire la licenza della lega di wrestling WWE, finirà nel portafoglio di Take-Two Interactive dopo che indiscrezioni la indicavano già in partenza per Electronic Arts. Nel corso delle prossime settimane, quel che resta di THQ verrà ulteriormente smantellato e rivenduto al miglior offerente: a quel punto si concluderà definitivamente una storia iniziata nel 1991 e che, tra alti e bassi , a un certo punto sembrava candidare il publisher statunitense al titolo di maggiore corporation videoludica del mondo.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
25 gen 2013
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