La Commissione europea ha pubblicato i risultati preliminari di un procedimento avviato il 19 febbraio 2024 nei confronti di TikTok. L’azienda cinese ha violato il Digital Services Act (DSA) per non aver realizzato un archivio per gli annunci pubblicitari. Continuano intanto le altre indagini, tra cui quella sulla gestione dei rischi associati alle elezioni.
Poca trasparenza da parte di TikTok
La Commissione europea ha avviato quattro procedimenti distinti, uno dei quali riguarda l’obbligo di trasparenza attraverso un archivio pubblico delle inserzioni. In base al Digital Services Act, le piattaforme e i motori di ricerca di grandi dimensioni (VLOP e VLOSE) devono fornire informazioni su chi paga e chi viene interessato dagli annunci (target).
L’archivio deve essere accessibile a tutti per consentire ai ricercatori di individuare eventuali campagne di disinformazione, la manipolazione coordinata delle informazioni (in particolare durante le elezioni) e i tentativi di truffe (sempre più spesso effettuate tramite inserzioni fasulle).
In base ai risultati preliminari dell’indagine, TikTok non ha fornito le informazioni necessarie sul contenuto degli annunci pubblicitari, sugli utenti a cui sono indirizzati e su chi ha pagato per gli annunci. Inoltre, il repository pubblicitario di TikTok non consente al pubblico di effettuare ricerche complete sugli annunci, limitando così l’utilità dello strumento.
L’azienda cinese ha ora la possibilità di esercitare il diritto alla difesa, esaminando i documenti e rispondendo in forma scritta. Se le conclusioni preliminari verranno confermate, la Commissione potrebbe infliggere una sanzione fino al 6% delle entrate mondiali annuali.
Un portavoce di TikTok ha dichiarato:
Stiamo esaminando le conclusioni preliminari della Commissione in merito al nostro archivio di annunci e rimaniamo impegnati a rispettare i nostri obblighi ai sensi del DSA. Pur sostenendo gli obiettivi del regolamento e continuando a migliorare i nostri strumenti per la trasparenza pubblicitaria, non siamo d’accordo con alcune interpretazioni della Commissione.
All’inizio del mese, l’azienda ha ricevuto una sanzione di 530 milioni di euro per aver inviato i dati degli utenti europei in Cina.