Roma – L’invasione dei dialer, i programmini gonfiabolletta sparati spesso e volentieri in modo del tutto fraudolento sui computer degli utenti internet, non solo italiani, ha causato danni a tantissimi, al punto che nel 2003 le denunce in questo ambito sono arrivate a quota 200mila .
Sono cifre che ha fornito ieri il direttore della Polizia Postale Domenico Vulpiani , che ha partecipato ad un convegno sulla sicurezza organizzato a Roma dal ministero delle Comunicazioni e dalla stessa PolPost.
Le denunce, però, vengono ritenute poche rispetto all’estensione del fenomeno. Se si considera che mediamente ciascuna di queste denunce porta con sé un danno patrimoniale di almeno 100 euro si fa presto a comprendere quali somme potrebbero essere in gioco. Soprattutto se si considera, come ha spiegato Vulpiani, che “è possibile che molti non si siano accorti della truffa”. Questo, dunque, potrebbe significare che i profitti dei truffatori sono molto più elevati di quelli che emergono dalla sola “conta dalle denunce”.
I motivi per cui molti possono non aver sporto denuncia sono diversi. Una chiave potrebbe stare nella difficoltà del distinguere con esattezza l’addebito fraudolento in bolletta dagli altri addebiti, per esempio con i numeri a tariffa maggiorata preceduti da due zeri, che possono essere confusi con i prefissi internazionali.
Altre ragioni che possono indurre a non sporgere denuncia stanno anche nel fatto che molte truffe hanno portato ad addebiti esigui , che spingono l’utente a pagare e lasciar perdere la “trafila” della denuncia. Una situazione che potrebbe aver agevolato i truffatori più abili, capaci di veicolare sul proprio numero un’altissima quantità di utenti a cui sottrarre solo pochi euro.
Sebbene i dialer continuino in varie forme ad esistere, e con loro anche una buona percentuale di truffe, i risultati delle frodi sono sempre minori (vedi anche Dialer, chi era cosa chi è chi pubblicato oggi su Punto Informatico). Secondo Vulpiani, d’altra parte, gli utenti ormai conoscono questo genere di truffe. “Grazie alle campagne di sensibilizzazione – ha dichiarato – il fenomeno è in diminuzione”.
Questo, però, non significa che le truffe su internet siano un fatto superato. Al di là dei dialer, infatti, permangono in rete varie specie di minacce che, secondo Vulpiani, aumentano con la diffusione dell’accesso alla rete.
Anche se Vulpiani non ne ha esplicitamente parlato, proprio in questi giorni sulla rete sta emergendo con forza il fenomeno dei telefonini scontati , cellulari che vengono proposti a poche decine di euro ma che, in realtà, non vengono venduti. Con tecniche che ricordano il multilevel marketing ma anche truffe di bassa lega, agli utenti viene fatto credere che l’acquisto è quello di un cellulare quando, invece, un loro pagamento si traduce nella semplice affiliazione al network che contempla la ricezione di un accessorio per telefonini, generalmente di scarsissimo valore.
Su crimini informatici e Polizia Postale vedi anche l’intervista di Punto Informatico a Domenico Vulpiani pubblicata qui .