Tumori e hard disk, IBM prosciolta

Tumori e hard disk, IBM prosciolta

In California un giudice stabilisce che le patologie sviluppate dai dipendenti dell'azienda non sono ascrivibili al colosso informatico. Secondo l'accusa il problema è normativo
In California un giudice stabilisce che le patologie sviluppate dai dipendenti dell'azienda non sono ascrivibili al colosso informatico. Secondo l'accusa il problema è normativo


San Jose (USA) – Se alcuni dei suoi dipendenti hanno sviluppato patologie anche molto gravi, come i tumori, ciò non si deve al fatto che erano impiegati presso alcuni stabilimenti di produzione hard disk di proprietà di IBM Corporation .

A stabilirlo nelle scorse ore è stata una giuria californiana che ha di fatto prosciolto il colosso dell’informatica dalle pesanti accuse rivoltegli da circa 250 dipendenti e sostanziatesi in una prima causa presentata da due di loro.

IBM e altre società del settore da lungo tempo sono additate dai sostenitori dei diritti dei lavoratori, che ritengono come l’ampio impiego di sostanze e materiali tossici abbiano alla lunga prodotto effetti durevoli e debilitanti sulla salute dei dipendenti. Accuse che ora vengono smontate da questa sentenza. Nonostante ciò, non si può escludere che contro IBM si schiereranno ancora le molte decine di addetti che hanno seguito da vicino questo procedimento.

Secondo l’accusa, IBM sarebbe responsabile di non aver debitamente informato i lavoratori della pericolosità della sostanze, di fatto esponendoli ad un ambiente di lavoro che avrebbe causato una serie di malattie, tra le quali, appunto, anche il cancro.

“Il verdetto di oggi – ha dichiarato IBM – riconosce che la sicurezza e la salute dei nostri impiegati è al centro del nostro business. I signori Hernandez e Moore (i due casi portati al processo, ndr.) erano bravi impiegati, e noi li consideriamo al massimo grado come tutti i nostri dipendenti di oggi e di ieri. Ma, come abbiamo detto fin dall’inizio, IBM non è responsabile delle loro malattie”.

Gli avvocati che hanno sostenuto i lavoratori hanno deciso di non ricorrere in appello accusando non più IBM ma le leggi della California “che non fanno quasi nulla per proteggere i dipendenti dai pericoli dell’ambiente di lavoro. La California consente ai datori di lavoro di esporre i propri dipendenti a sostanze cancerogene, e ciò è sbagliato. Non ci sono livelli sicuri di esposizione”.

Il focus del procedimento, come accennato, non è stata tanto la presenza di tali sostanze quanto invece se IBM avesse o meno informato della cosa i propri dipendenti.

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Pubblicato il
1 mar 2004
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