Twitter e la macchina della verità cinguettata

Twitter e la macchina della verità cinguettata

Un gruppo di ricercatori statunitensi ha preparato un algoritmo che verifichi l'accuratezza delle informazioni nei singoli micropost sulla piattaforma. Una diga contro le bufale?
Un gruppo di ricercatori statunitensi ha preparato un algoritmo che verifichi l'accuratezza delle informazioni nei singoli micropost sulla piattaforma. Una diga contro le bufale?

A pochi giorni dalla tragedia in Connecticut, la piattaforma di microblogging Twitter è tornata al centro delle attenzioni mediatiche per la sua capacità di aggiornamento e cronaca in tempo reale. Alla proliferazione di notizie verificate si sovrappone il lancio incontrollato di vere e proprie bufale, come quella relativa alla falsa lettera scritta da un bambino poco prima della strage.

Il fenomeno delle bugie cinguettate ha destato l’interesse di un gruppo di ricercatori a stelle e strisce, impegnati nello sviluppo di uno specifico algoritmo che funzioni come una macchina della verità per i micropost in 140 caratteri . Di prossima pubblicazione sulla rivista scientifica Internet Research , le specifiche dell’algoritmo per la verifica dei tweet diranno di più sul suo effettivo funzionamento.

Come anticipato sulle pagine digitali di Slate , l’algoritmo sviluppato dal gruppo di ricercatori statunitensi cercherà di controllare l’accuratezza delle informazioni contenute in un determinato micropost. Alla base, una serie di parametri ritenuti utili alla verifica dei tweet, ad esempio relativi al numero dei follower dei singoli account, oppure alla presenza di un link e al tono del messaggio .

Stando ai primi risultati illustrati dai ricercatori, il procedimento adottato riesce ad individuare le bufale nell’86 per cento dei casi . Gli stessi studiosi hanno sottolineato come una percentuale pari a 50 indichi una risoluzione casuale, ovvero un ragionamento algoritmico per tentativi. Una volta che sarà giunta al 100 per cento, Twitter troverà un modo efficace per limitare la proliferazione selvaggia di notizie non verificate?

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
20 dic 2012
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