Twitter stoppa i link sospetti

Twitter stoppa i link sospetti

Il social network dei cinguettii ha introdotto un servizio di protezione utile ad arginare la diffusione di URL infide. Purché non si utilizzi un client desktop
Il social network dei cinguettii ha introdotto un servizio di protezione utile ad arginare la diffusione di URL infide. Purché non si utilizzi un client desktop

Twitter corre ai ripari tentando di limitare la proliferazione di link a siti pieni zeppi di malware: è l’ultima impresa del popolare social network, che ha visto crescere di pari passo sia la sua diffusione che il numero di utenti intenzionati ad utilizzare il servizio per i propri, loschi, affari.

Lo stop è servito: dopo essere stato al centro di diversi episodi spiacevoli sul versante della sicurezza, l’astro nascente del social networking ha introdotto un nuovo servizio di filtraggio dei link postati che pone un freno alla diffusione dei fatidici 140 caratteri, qualora l’indirizzo postato appartenesse alla schiera di siti web ritenuti poco affidabili.

Chiunque volesse twittare un link utile ad indirizzare gli utenti su siti non proprio sicuri verrà ammonito dal chiaro messaggio che recita le testuali parole: “Oops! Il tuo tweet conteneva una URL di un noto sito di malware”. Nonostante non vi sia, per il momento, alcun commento ufficiale da parte dell’azienda, secondo fonti vicine ad F-Secure, il servizio sarebbe incentrato sulle API fornite dal servizio Safe Browsing di Google.

In attesa di capire meglio come il servizio verrà sviluppato quello che emerge è che, nonostante gli evidenti passi in avanti, la protezione offerta dall’ennesimo innalzamento di mura protettive è efficace solo se si accede al social network via browser : ciò avviene perché ormai tutti i client desktop o mobile sviluppati per Twitter si avvalgono di servizi accorcia-URL, utili a far risparmiare caratteri.

Tali strumenti camuffano il link effettivo dentro ad uno appartenente al servizio, rendendo quindi impossibile per il sistema il riconoscimento della destinazione finale contenuta nel messaggio. Unica eccezione sembrerebbe essere bit.ly , servizio che da qualche tempo ha introdotto un sistema di avviso che, seppur non vietando di postare link a siti contenenti malware, avverte con un messaggio l’utente della potenziale pericolosità del link appena seguito.

In questa battaglia, molta rilevanza è data alla user experience, dal momento che i client per Twitter continuano a moltiplicarsi e sembrano essere sempre più apprezzati degli utenti proprio per via delle funzionalità aggiuntive che offrono, prima tra tutti l’aggiornamento automatico del flusso di messaggi. L’impressione è che se Twitter vuole agire effettivamente contro spam e malware debba in qualche modo trovare una soluzione che sappia tenere conto anche di queste applicazioni.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il 5 ago 2009
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