UE Chips Act: improbabile raggiungere l'obiettivo

UE Chips Act: improbabile raggiungere l'obiettivo

Secondo la Corte dei Conti europea è quasi impossibile raggiungere una quota del 20% nel mercato dei semiconduttori, come previsto dal Chips Act.
UE Chips Act: improbabile raggiungere l'obiettivo
Secondo la Corte dei Conti europea è quasi impossibile raggiungere una quota del 20% nel mercato dei semiconduttori, come previsto dal Chips Act.

L’obiettivo principale dell’European Chips Act è avere una quota del 20% nel mercato dei semiconduttori entro il 2030. Secondo la Corte dei Conti europea è improbabile raggiungere questo traguardo nei prossimi cinque anni, considerando vari fattori, tra cui investimenti e tensioni geopolitiche.

Meno del 12% entro il 2030

Il Chips Act, in vigore dal 21 settembre 2023, prevede cinque obiettivi da ottenere con tre iniziative. Per migliorare la leadership tecnologica dell’Europa è necessario incrementare la produzione dei chip attraverso la creazione di linee di produzione avanzate.

Sono inoltre previsti investimenti pubblici e privati negli impianti di produzione per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento. Infine, il regolamento istituisce un meccanismo di coordinamento tra Stati membri e Commissione per monitorare l’offerta di semiconduttori, stimare la domanda e anticipare le carenze.

La Corte dei Conti europea sottolinea che la Commissione gestisce solo il 5% dei finanziamenti (4,5 su 86 miliardi di euro). Il resto dovrebbe provenire da Stati membri e privati. La “potenza di fuoco” del Chips Act è molto bassa, considerato che i principali produttori mondiali hanno investito 405 miliardi di euro in tre anni (2020-2023).

Secondo la Corte, il Chips Act non è abbastanza chiaro su obiettivi e monitoraggio, quindi è difficile stabilire se tenga adeguatamente conto degli attuali livelli di domanda di chip. Ci sono diversi fattori che riducono la probabilità di raggiungere l’obiettivo prefissato, tra cui dipendenza dalle importazioni di materie prime, elevati costi dell’energia, preoccupazioni ambientali, tensioni geopolitiche, controlli delle esportazioni e carenza di manodopera qualificata.

A metà settembre 2024, Intel ha sospeso la costruzione delle fabbriche in Germania e Polonia. Ciò avrà sicuramente conseguenze negative sulle iniziative del Chips Act. La Corte evidenzia infatti che la cancellazione, il ritardo o il fallimento di un singolo progetto può avere un impatto significativo sull’intero settore.

La stessa Commissione ha previsto a luglio 2024 che, nonostante un significativo aumento della capacità di produzione, la quota di mercato dell’Unione europea dovrebbe aumentare solo lievemente, arrivando all’11,7% entro il 2030. La Commissione dovrà presentare a Parlamento e Consiglio una prima valutazione intermedia e il riesame del Chips Act entro settembre 2026.

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Pubblicato il
30 apr 2025
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