Un film sempre diverso

Un film sempre diverso

A decidere il finale e l'andamento della pellicola sono gli spettatori. Con le loro reazioni
A decidere il finale e l'andamento della pellicola sono gli spettatori. Con le loro reazioni

Se la pellicola del treno in arrivo a La Ciotat dei fratelli Lumiere avesse potuto interpretare la reazione spaventata del pubblico, forse si sarebbe fermato. Secondo la leggenda, infatti, il cortometraggio L’Arrivée d’un train en gare (considerato erroneamente la prima proiezione cinematografica) aveva destato il timore che il treno potesse travolgere il pubblico, a tal punto da indurre gli spettatori a fuggire dalla sala.

Da allora il cinema ha fatto passi da gigante e l’emozione e la meraviglia degli spettatori di quell’epoca viene riproposta ancora oggi, con nuove tecnologie, come la visualizzazione 3D e l’aggiunta di esperienze fisiche e tattili nel cinema 4D e 5D (ad esempio: i cannoni ad acqua per bagnare lo spettatore, i meccanismi per fargli solletico alle gambe e per dargli dei colpetti alle spalle, i simulatori di volo integrati nelle poltrone).

E sembra che l’interazione film-spettatore non voglia di certo fermarsi qui. In questi giorni, infatti, al Peninsula Arts Contemporary Music Festival , organizzato dall’Università di Plymouth, è stato presentato il cortometraggio Many Worlds.

manyworlds

Un film a metà fra il thriller e la fantascienza di circa 15 minuti diretto e realizzato da Alexis Kirke, in cui due giovani si trovano ad entrare in un appartamento dove una scienziata sta mettendo in atto un esperimento reale del paradosso del gatto di Schrödinger . Chiusa in un box dalle dimensioni di una bara, la giovane potrebbe essere morta proprio per le condizioni di esecuzione dell’esperimento.

Dire a priori come la trama si sviluppi da questo punto in poi è però impossibile, in quanto a scegliere l’andamento della pellicola e il suo finale sono proprio gli spettatori: attraverso un sistema di biosensori che devono essere indossati dai quattro spettatori volontari. In pratica, questi biosensori sono capaci di analizzare e raccogliere dati sulla pressione sanguigna, il battito cardiaco, le onde cerebrali, la tensione muscolare e la conducibilità della pelle. Sulla base di tutti questi fattori, il film si trasforma adattandosi allo stato fisico e psichico degli spettatori.

Gli impulsi registrati vengono tradotti dal computer in algoritmi in grado di trasformare queste reazioni fisiche in determinate svolte nella trama e nella colonna sonora del film, con l’intento di rimontarlo a seconda dei gusti del pubblico.

Così, se gli spettatori risultano annoiati in un tratto del film, il tratto successivo introdurrà un elemento di azione per risvegliare l’interesse. Allo stesso modo, se gli spettatori appaiono troppo felici durante uno spezzone in cui dovrebbero essere tristi, il film introdurrà uno spezzone strappalacrime. Ed ancora, se il pubblico è eccitato, il film stabilizzerà l’andamento, introducendo nuovi elementi di azione per mantenere alta la tensione. E la colonna sonora verrà modificata di conseguenza.

Sulla base di questi mutamenti alla trama il film potrà finire in quattro modi differenti, quindi quattro gruppi di quattro spettatori potrebbero assistere in realtà a un finale ogni volta diverso.

Many Worlds è un primo esperimento di cinematografia biocontrollata, che potrebbe diventare presto un nuovo modo di fare film, puntando le macchine da presa sul pubblico per stabilirne la reazione su cui plasmare la pellicola.

(via Gizmodo )

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Pubblicato il 25 feb 2013
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