Uno shop italiano per film su PC

Uno shop italiano per film su PC

Punto Informatico fa il punto con i promotori di un cinemastore italiano che offre il download di film a pagamento. Per ora solo dal catalogo Warner. Si possono vedere solo su un PC e non si possono masterizzare
Punto Informatico fa il punto con i promotori di un cinemastore italiano che offre il download di film a pagamento. Per ora solo dal catalogo Warner. Si possono vedere solo su un PC e non si possono masterizzare

Ha aperto da poco quello che ufficialmente può essere considerato il primo player italiano di un mercato che, stando a quanto succede all’estero, è sempre più interesse delle major stimolare. FilmIsNow.it è il primo sito italiano dedicato unicamente alla vendita di film in download: i file sul sito di proprietà di Eutelia, sviluppato in collaborazione con FilmUp, vengono resi disponibili il giorno in cui viene commercializzato il film come tradizionale Home Video . I prezzi? Dai 9,90 ai 13,90 euro, con sconti per chi vuole comprarne anche una copia fisica.

Tutti i file scaricabili sono coperti da un DRM certificato Microsoft , che consente la visione solo su PC (di qui a breve sarà possibile il download anche su Mac) e con Windows Media Player; inoltre con una modifica si impedisce la riproduzione su supporti che non siano il disco rigido su cui viene scaricato. Dunque niente copia e niente masterizzazione, almeno per il momento.

Limitazioni, certo, inevitabili se si vuole avere a che fare con i colossi del cinema, come ha confermato a Punto Informatico Roberto Nardini responsabile del progetto per conto di Eutelia.

Punto Informatico: Come stanno andando i download?
Roberto Nardini: Vanno molto bene e ne sono sorpreso. Sapevamo di essere un servizio innovativo in Italia: rispetto al p2p abbiamo un costo ed una qualità diversa, per cui non ci aspettavamo una risposta così grossa. Siamo decisamente vicini al breakeven che ci eravamo posti, intorno alla decina di download al giorno, numeri decisamente non banali per un negozio online.

PI: I DRM che applicate impediscono la masterizzazione che invece in alcuni altri cinemastore internazionali è consentita. Come mai?
RN: È una richiesta delle major. Il DRM certificato Microsoft che usiamo prevede la masterizzazione e noi vorremmo lasciarla, ma per ora gli studi legali delle major hanno previsto di non permetterla e ci siamo adeguati. Le major sono molto timide su questo mondo digitale e hanno molta paura del discorso della pirateria e di trovarsi sulle bancarelle, anche se di fatto ci sono già.

PI: E poi la visione è “bloccata” su un solo PC…
RN: È una cosa che in realtà si può cambiare. Se si cambia PC o disco fisso si può chiamare il nostro call center che elargisce un altro codice e riemette un nuovo certificato. Contiamo comunque di poter offrire a breve la possibilità di aumentare la flessibilità di utilizzo.

PI: Oltre all’attuale intesa con Warner, con quali altre case contate di stringere accordi?
RN: Entro Natale stringeremo accordi con altre quattro grandi majors per avere il parco più ampio possibile, loro intanto stanno valutando la prima risposta del mercato che dopo le prime settimane è molto positiva. Rispetto al negozio fisico è proprio il grande catalogo che farà la differenza, perché nei negozi normali il prodotto nuovo rincalza il prodotto vecchio. Difficilmente si trovano film storici nelle videoteche o anche edizioni particolari.

PI: Chi sono i vostri concorrenti in Italia?
RN: Non ci sono. Tutti fanno servizi di film streaming. I film si vedono una o due volte ma alla fine non posseggo nulla, sono una concorrenza al noleggio.

PI: E voi perché fate solo vendita e non anche noleggio?
RN: Per questioni di rete. Oggi lo streaming in Italia, ma anche in Europa, non funziona perfettamente e noi volevamo puntare sulla qualità.

PI: Ma lo streaming non è l’unica soluzione per il noleggio, avreste potuto applicare dei DRM che facciano scadere il file dopo un certo numero di giorni
RN: Si, però non ci convinceva. Volevamo una ragione d’acquisto diversa.

PI: I concorrenti internazionali sono moltissimi ma al momento nessuno è presente in Italia, anche se è questione di poco tempo ormai. Come pensate di affrontare una concorrenza che con ogni probabilità sarà agguerrita?
RN: Il nostro rischio più grosso sicuramente è quello di essere i soli a proporre questo tipo di servizio, perché l’utente non si abitua all’offerta. Se siamo un certo numero crediamo che ci sarà una presa di coscienza maggiore da parte degli utenti e noi comunque saremo nel mercato da più tempo. In questi mercati poi solitamente vince chi sbaglia di meno e noi speriamo di avere più esperienza degli altri.

a cura di Gabriele Niola

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Pubblicato il
31 ott 2006
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