USA vs Apple: punti deboli della denuncia

USA vs Apple: punti deboli della denuncia

Nella denuncia presentata dal Dipartimento di Giustizia ci sono diversi punti deboli che potrebbero diventare un grande vantaggio per Apple.
USA vs Apple: punti deboli della denuncia
Nella denuncia presentata dal Dipartimento di Giustizia ci sono diversi punti deboli che potrebbero diventare un grande vantaggio per Apple.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha elencato tutte le presunte pratiche anticoncorrenziali di Apple in un documento di 88 pagine. La denuncia antitrust ha tuttavia diversi punti deboli, in quanto sono riportati vecchi argomenti e prove discutibili per evidenziare i danni causati a rivali e consumatori dall’azienda di Cupertino.

Gli errori dell’accusa

Il Dipartimento di Giustizia accusa Apple di aver usato diverse tattiche per “bloccare” gli utenti nel suo ecosistema (hardware e software), ostacolando il passaggio ad Android. Una delle pratiche scorrette riguarda le cosiddette Super App. L’azienda di Cupertino avrebbe impedito la loro diffusione perché offrono più servizi in una singola app.

Il noto Mark Gurman di Bloomberg evidenzia che Apple ha rimosso alcune restrizioni a gennaio, quindi è possibile usare le mini app all’interno delle Super App. Negli Stati Uniti non hanno un grande successo per motivi culturali, a differenza della Cina (dove WeChat è molto popolare).

Nella denuncia è scritto inoltre che Apple non permette la distribuzione delle app per l’accesso ai servizi di cloud gaming. In realtà, questa limitazione è stata rimossa a gennaio. È vero invece che Apple impedisce alle app di terze parti di inviare SMS e che iMessage non funziona su Android, ma l’interoperabilità parziale verrà offerta con il supporto per RCS.

Secondo il Dipartimento di Giustizia, le “barriere” create dall’azienda di Cupertino hanno causato l’abbandono di Windows Phone da parte di Microsoft, il fallimento del Fire Phone di Amazon e l’uscita di LG e HTC dal mercato degli smartphone. Si tratta di affermazioni piuttosto discutibili e senza nessuna prova a sostegno.

Le ultime due accuse sono più dimostrabili. Apple ha legato gli smartwatch all’iPhone e non permette l’accesso al chip NFC per i pagamenti contactless, ma in entrambi i casi sono sufficienti poche modifiche software. Stranamente, la denuncia cita in modo marginale i vincoli di App Store (rimossi in Europa grazie al Digital Markets Act).

L’azienda di Cupertino ha preannunciato una “difesa vigorosa” contro le accuse. La data del processo non è stata ancora fissata, ma lo scontro durerà diversi anni.

Fonte: Bloomberg
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Pubblicato il
25 mar 2024
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