Il commercio di armi per la difesa personale e la diffusione di videogiochi considerati violenti rappresentano due temi caldi che animano il dibattito politico statunitense. La recente strage nella scuola di Newtown ha riportato all’attenzione del legislatore la questione relativa alla presunta correlazione tra videogame e casi di violenza, tanto da spingere il governo dello stato del Missouri a proporre l’imposizione di una tassa sulla vendita di prodotti videoludici considerati a rischio.
Il provvedimento, che dovrebbe prevedere un aumento sul prezzo di mercato pari all’1 per cento , è caldeggiato da Diane Franklin , membro della Camera dei Rappresentanti dello stato statunitense, la quale ha suggerito di utilizzare le entrate fiscali per “il trattamento delle condizioni di salute mentale associate all’esposizione a videogiochi violenti”.
Quanto ai criteri di selezione , il disegno di legge propone di considerare la classificazione di Entertainment Software Rating Board ( ESRB ) e di imporre la sovrattassa a partire dai videogiochi inseriti nella categoria “teen”. In questo modo, insieme a Call of Duty, sarebbero coinvolti anche prodotti come Guitar Hero e Ultimate Card Games , contrassegnati rispettivamente dal bollino “T” per i “testi allusivi” e per “la simulazione del gioco d’azzardo”.
Si tratta di un dibattito che dagli stati è arrivato direttamente al Congresso , dove il deputato democratico Jim Matheson ha presentato un disegno di legge che intende introdurre controlli più rigidi sulla vendita dei videogiochi Oltreoceano. Nonostante la presenza delle apposite etichette volte a regolarne la diffusione, il provvedimento presentato a Washington punta a rendere ancora più “chiare ed evidenti” le valutazioni ESRB e a considerare la mancata osservanza delle regole da parte dei rivenditori come materia penale anziché come questione di regolamento interna all’industria videoludica.
Lo stesso Obama, oltre a proporre una legge in grado di limitare il possesso di armi da fuoco, ha commissionato uno studio che incarica il Centers for Disease Control di approfondire la presunta correlazione tra che i videogiochi e comportamenti violenti . Una misura ben accolta dall’industria dei videogiochi, che, in una lettera indirizzata al Vicepresidente Joe Biden, ha ribadito l’apertura a studi di carattere scientifico, che potrebbero portare a nuovi risultati in grado di attestare l’assenza di un nesso causale tra videogiochi violenti e le sparatorie al centro della cronaca.
Cristina Sciannamblo