Volevo pagare le tasse via internet

Volevo pagare le tasse via internet

Il responsabile di una società avrebbe voluto pagare le sue tasse presso il sito online del concessionario realizzato allo scopo. Ma non tutto fila liscio come dovrebbe
Il responsabile di una società avrebbe voluto pagare le sue tasse presso il sito online del concessionario realizzato allo scopo. Ma non tutto fila liscio come dovrebbe


Roma – Caro direttore,
agli Italiani non piace pagare la tasse, ma da quando sono nati i sistemi per il pagamento delle tasse on-line, sembra che neanche ai nostri esattori piace incassarle.
La qualità dei servizi di riscossione disponibili in Italia, che pure ci costano dei soldi, è ampiamente sotto la soglia del tollerabile. Chi a suo tempo ha tentato di pagare il canone RAI ne sa qualcosa.

Recentemente, essendo cittadino romano, mi sono visto arrivare il bollettino TaRi (tariffa sui rifiuti, ex. tarsu, ex. qualche altra cosa…). Per pagarlo sono costretto a rivolgermi a PaschiRiscossione (cui il Comune ha affidato in via esclusiva il servizio di incasso). Il relativo sito Internet fa cascare la braccia:

1) le società non possono registrarsi perché non è previsto il campo “ragione sociale” o “partita IVA”. Le società quindi non possono pagare la tassa sui rifiuti o altre gabelle on-line. Anno del Signore 2003. Città di Roma. Stato: Italia.

2) I privati che si azzardassero a tentare di pagare la TaRi online devono sapere che quando il sito chiede il codice RAV del bollettino, bisogna… ingannarlo, e non inserire il codice RAV riportato sulla bolletta, ma un altro numero (il numero documento). Inutile dire che questo lo si scopre solo dopo 1 ora di tentativi falliti, quando si riesce per miracolo a parlare con qualche operatore di Call center.

3) quando ci si rassegna a sorbirsi 45 minuti di musichette da centralino e si tenta di pagare tramite telefono, si scopre che… la procedura non accetta pagamenti superiori ai 500 euro. Al giorno. Quindi se la nostra tassa è più alta di questo limite, non solo bisogna pagare in due rate, non solo ci si espone al rischio multa (niente di più facile che qualche computer, vedendo un pagamento parziale, faccia partire una cartella “pazza”), non solo bisogna pagare in giorni differenti, raddoppiando la perdita di tempo e portando a oltre un’ora le musichette da centralino, ma bisogna versare nelle casse di PaschiRiscossione una commissione doppia, per ricompensarli dei due pagamenti.
Fantastico!

Sono un “addetto ai lavori”; non è né difficile né costoso (per una Banca che incassa allo scopo laute provvigioni) offrire un servizio che, una volta collegati al sito e identificati, elenchi le nostre cartelle in sospeso (loro sanno quali sono, visto che sono sempre loro che ce le spediscono) e che con qualche clic del mouse ce le faccia pagare. Eppure non viene fatto. Intendiamoci: è colpa anche nostra, troppo abituati a sopportare l’inefficienza.

Cordiali saluti.
Marco C.

Caro Marco
abbiamo chiesto un chiarimento in merito alla tua lettera ma, mentre scriviamo, ancora non ci è giunta risposta che speriamo comunque di poter pubblicare in uno dei prossimi numeri di Punto Informatico.
A presto, la Redazione

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Pubblicato il
1 ago 2003
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